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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 08:12.

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«È tutta roba tua?», domandò Luna. «Non ho mai visto niente del genere».
Kromer colse con sollievo la palla al balzo. Di quei video se ne doveva parlare subito, per poterli sminuire a ciò che erano – una stucchevole fatica. «Lo trovo abbastanza incredibile anch'io», cominciò. «Il mio palazzo delle sconcezze ha innumerevoli porte».
«Sarebbe a dire?», intervenne Luna.
Kromer dette un taglio alle spiritosaggini, optando per una comunicazione più efficiente. Descrisse la natura programmatica dei suoi saggi critici, raccontò di come era diventato abbastanza esperto da riuscire a scriverne uno dopo aver spulciato solo per dieci-quindici minuti un dato video, e fece notare l'impaccio logistico dovuto alle confezioni di Vhs che si accumulavano. «Non immagineresti mai che loro siano così insaziabili, finché non li vedi lì in negozio, alla ricerca spasmodica delle novità. Come se guardare due volte lo stesso video fosse un'azione di cui vergognarsi». Il pronome "loro", forzato lì in mezzo, era ciò che gli interessava veramente comunicare, come quarantena verbale dei comportamenti invisibili che separano gli acquirenti dal commesso.

Per qualche minuto l'argomento passò sotto silenzio. La canna circolava per la stanza. Kromer vide con soddisfazione che mentre faceva sosta sotto l'elegante naso di Renee lei tirava a pieni polmoni, con gli occhi chiusi. Non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe svolto la funzione di una miccia su un candelotto di dinamite, quella scintilla che sfrigolando si avvicinava alle labbra di Renee. Né che lei sarebbe esplosa come Yosemite Sam. Kromer stava giusto lasciando cadere la puntina su un Lp dei Cowboy Junkies quando Renee strillò: «Mi sembra di stare seduta dentro una copia di Guernica!».
«Scusa?», fece Kromer.
«Non riesco a posare gli occhi da nessuna parte», continuò Renee. «È come in una macelleria… una carneficina dappertutto».
Gli occhi di Greta si spalancarono, il che significa che si misero a mezz'asta. «Più Francis Bacon», mormorò. Greta si era diplomata in storia dell'arte. «Giuro, se strizzi gli occhi, è come stare in mezzo a un quadro di Bosch».
«Il Giardino delle Delizie», intervenne Kromer. Gli sembrava una cosa tranquillizzante da dire, tipo «Il Regno della Pace» oppure «Tutto ciò che Sale Deve Convergere», o come il tono narcotico dell'Lp, che al momento faceva le fusa mormorando: Il vino e le rose celestiali sussurrano al mio orecchio quando sorridi…

«Il mio professore di Studi Comparati sui due Sessi ha fatto un libro di biografie di prostitute», sbottò Renee. «Ma ci vorrebbero mille anni per sdipanare le storie di questa Caverna di Aladino di corpi contorti». L'espressione di Renee era distorta, come le sue parole. La deformazione dei suoi tratti eleganti era peggio di qualsiasi cosa Kromer si fosse mai immaginato. Un maiale, un cane.

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