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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2013 alle ore 17:03.

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"Borderline. Artisti tra nomalità e follia" Da Bosch all'Art brut, da Ligabue a Basquiat. Il MAR - Museo d'Arte di Ravenna – si lancia nell'ambizioso progetto di tirar fuori "l'arte dei folli" dall'isolamento, con una mostra (dal 17 febbraio al 16 giugno 2013) sulle avanguardie artistiche europee nate nei luoghi di cura per malati mentali. Già nel 1912 Paul Klee, in occasione della prima uscita del movimento artistico del Blaue Reiter a Monaco, aveva individuato nelle culture primitive, nei disegni infantili e in quelli dei malati mentali le fonti dell'attività creativa. Nel 1945 Jean Dubuffet conia la nozione di Art Brut avviando così una nuova epoca di ricerche nel campo dell'arte psicopatologica. E finalmente queste produzioni cominciarono ad essere percepite come una modalità propria di essere nel mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale. Oggi il termine "borderline" individua una condizione critica della modernità, antropologica prima ancora che clinica e culturale. In questo senso la mostra intende esplorare gli incerti confini dell'esperienza artistica oltre le categorie stabilite nel corso del XX secolo, individuando così un'area della creatività dai confini mobili, dove trovano espressione artisti ufficiali ma anche autori ritenuti "folli", "alienati" o, meglio, "outsiders". La mostra sarà curata con il supporto della Fondazione Mazzotta di Milano.

Dal 23 marzo al 18 agosto 2013 il fiorentino Palazzo Strozzi sarà sede della grande mostra "La Primavera del Rinascimento - La scultura e le arti a Firenze dal 1400 al 1460". Attraverso 140 capolavori, molti dei quali di scultura, la mostra vuole presentare un punto di vista esauriente sull'importanza che la statuaria ha avuto nella prima metà del Quattrocento a Firenze per lo sviluppo del linguaggio plastico del Rinascimento, evocando le relazioni con le altre arti fiorentine contemporanee. In primis, l'architettura. Pezzo forte dell'esibizione è il plastico ligneo della Cupola del Brunelleschi. Nel settembre 2013, sempre a Palazzo Strozzi, sarà invece la volta di "Fuoco e ghiaccio.

'Avanguardia russa, la Siberia e l'Oriente". Si tratta della prima mostra internazionale che riconosce l'importanza fondamentale delle fonti orientali ed eurasiatiche nel Modernismo russo, sollecitando il visitatore a seguire i sedicenti "barbari" dell'Avanguardia nella loro scoperta di nuove sorgenti d'ispirazione. La mostra è dedicata a questa complessa relazione fra l'arte russa e l'Oriente – in molti casi si tratta di Estremo Oriente – assegnando un ruolo di rilievo a quegli artisti radicali che influenzarono lo sviluppo dell'arte moderna, ormai oltre un secolo fa. Léon Bakst, Alexandre Benois, Pavel Filonov, Natalia Gončarova, Wassily Kandinsky, Michail Larionov, Kazimir Malevič. Era gente profondamente consapevole dell'importanza dell'Oriente per la propria arte e contribuì a un ricco dibattito che lasciò segni profondi sulla teoria e sulla pratica artistica dei successivi decenni.

A Roma, a gennaio, si comincia con il MAXXI e una mostra dedicata a uno dei più grandi artisti italiani del secondo Novecento: Alighiero Boetti (23 gennaio - 6 ottobre 2013). L'esposizione è un omaggio alla figura del maestro che aveva eletto la capitale a sua città d'adozione. E questa dovrebbe essere la mostra più internazionale del museo, anche se ha il sapore del tributo tardivo, considerando le tre grandi retrospettive che hanno interessato il genio di Boetti nel corso del 2012 (Reina Sofia di Madrid, Tate Modern di Londra e MoMA di New York). Sempre il MAXXI ci permetterà di scoprire il talento del tedesco Clemens Von Wedemeyer. La sua "Blind Fire" sarà la prima mostra del prossimo autunno, opening a settembre 2013. Il personaggio in questione è un video artista molto promettente il quale ibrida foto e cinema lavorando sulla memoria. Nonostante le buone intenzioni, comunque, resta l'amarezza per la scomparsa improvvisa, dal calendario del mastodontico spazio di Zaha Hadid, della mostra dedicata all'americano Jeff Koons. Una personale di sculture del celebre artistar neo-pop che si sarebbe dovuta inaugurare il 14 dicembre scorso, ma della quale non si è saputo più nulla. Troppo costosa? Bocciata da un punto di vista estetico? Improbabile, in quanto Koons è tra i 5 artisti contemporanei che attrae il maggior numero di pubblico, garantendo ottimi fatturati.

La direttrice della sezione Arti visive del Museo, Anna Mattirolo, interpellata telefonicamente in merito alla vicenda, dichiara: «È accaduto che Jeff Koons non era pronto rispetto al progetto che aveva per il nostro museo. E quindi la mostra è stata sospesa». Domanda: «Sospesa o rinviata?». Risposta: «Non so». Il giallo continua.
E le grandi mostre del 2013 al sud? Non pervenute.

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