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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 alle ore 16:58.

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23 gennaio, Otot, Teatro sociale di Como. Prima assoluta della nuova sinfonia di Yuval Avital

Otot è una parola ebraica, vuole dire "segnale". Può venire dalla convenzione del vivere comune o da Dio: deve sempre essere decodificato. Otot è il nome che il compositore Yuval Avital, classe 1977, ha scelto per la sua nuova sinfonia per orchestra da camera, 5 percussioni, 3 fisarmoniche, video e live electronics. La composizione, in prima assoluta al Teatro Sociale di Como, vuole rappresentare l'aldilà attraverso le interpretazioni dei segnali che da esso provengono. Utilizzando la massima estensione strumentale.

E collocando percussioni e fisarmoniche sui palchi, per creare un aldilà fisico oltre che simbolico. Nella parte multimediale dell'opera troveranno spazio testimonianze di sciamani del Nepal, di maestri del Qi-Gong, di astrofisici, di gente che ha avvistato Ufo. Il punto di vista è sia religioso che scientifico: Avital li abbraccia entrambi. Il compositore, che vive a Milano ma è nato a Gerusalemme, ha già utilizzato la musica per esplorare la scienza (collaborando con Esa e Nasa ai progetti Unfolding Space e Spaces Unfolded), ma anche le culture millenarie (con Samaritani). Oltrepassare i confini per lui non è un problema. Vedremo come se la cava con quelli dell'aldilà.
www.teatrosocialecomo.it

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