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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2013 alle ore 08:18.

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La deprecazione della sua dottrina e la relativa fama negativa che lo avvolse in un alone destinato a sfidare i secoli (ancora qualche anno fa un movimento cattolico italiano attaccava altri cattolici con l'epiteto di "pelagiani"…!) ebbero la loro radice nell'inesorabile polemica che sant'Agostino intrecciò con Pelagio attorno ai temi della grazia divina, della libertà umana e della predestinazione. Il conflitto durò molti anni, formalizzato in vari sinodi, mentre Pelagio girava in Africa e Palestina fino a scomparire attorno al 420-21, data oltre la quale non si hanno più sue notizie. Ora, per far luce sulle sue tesi teologiche genuine (non deformate dall'ardore polemico) è certamente prezioso un suo commento alle Lettere di Paolo ai Romani e ai Corinzi, tradotto e illustrato da Sara Matteoli.
Molte sono le ramificazioni del pensiero pelagiano (ancora embrionale) che qui si intuiscono e che toccano nodi cruciali della teologia: si pensi solo al contrappunto tra legge naturale e legge di fede, tra peccato originale e responsabilità personale, tra prescienza e grazia divina e libero arbitrio, tra giustificazione per fede e condotta morale. Sarà anche questo un modo per scoprire l'alta qualità del dibattito teologico-filosofico che l'antica cristianità svelava, non di rado appoggiandosi al lascito culturale pagano (il neoplatonismo per Agostino, lo stoicismo per Pelagio), in una dialettica feconda e creativa.
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I Padri apostolici, a cura di Carlo dell'Osso, Città Nuova, Roma,
pagg. 390, € 42,00
Tertulliano, Opere montaniste, a cura di G. Azzali Bernardelli, F. Ruggiero, E. Sanzi, C. Schipani, Città Nuova, Roma, pagg. 406, € 68,00
Pelagio, Commento all'epistola ai Romani. Commento alle epistole ai Corinzi, a cura di Sara Matteoli, Città Nuova, Roma, pagg. 342, € 36,00

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