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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 alle ore 07:50.

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A volte aumentava leggermente di intensità, poi scendeva… risaliva… scendeva. Ti dava l'idea che questo enorme robomostro respirasse… Se ne sapevi abbastanza da poter avere accesso a una di queste enormi sale server, sapevi che il grosso del ronzio veniva dai condizionatori alti come muri… che non si fermavano mai perché questa concentrazione di macchine non si squagliasse per il proprio diabolico calore. In alcuni complessi giganteschi, raccoglievano il calore in alto e lo incanalavano per il riscaldamento del complesso. Potevi sapere tutte queste cose, ma il robomostro ti entrava nel cervello e cominciavi ad antropomorfizzare nonostante la tua mente superiore… Il robomostro – respira… comincia a muoversi… mi è entrato nella testa… Sta pensando con la sua mente CPU (Central Processing Unit), pensa in algoritmi, sequenze di decisioni programmate come «Se A261, allora G1432, e dunque B5556 o QQ42…» individuando discrepanze, prendendo decisioni di compravendita, e addirittura delle finte ingannevoli, finti acquisti per indurre i robocervelli rivali a fare calcoli stupidi. Il mostro è umano… No, non è umano… Nessun cervello umano potrebbe mai pensare e agire con la fretta, la precisione, l'astuzia di questo robocervello.
Le transazioni da dieci secondi di Thorp durante il frazionamento della Bell sarebbero parse un'eternità nel robomondo. Le banche e i fondi d'investimento – e le borse – cominciarono ad aggiungere ettari di robo-scaffali nella gara per chi scovava per primo le anomalie nei prezzi ed eseguiva transazioni all'istante. Non era più questione del tradizionale secondo spaccato. Ormai si parlava di milionesimi di secondo. Lo chiamarono High Frequency Trading.

Nel 2006 il robomostro era ormai enorme – non solo nel senso metaforico del suo impatto, ma pure letteralmente, fisicamente, nella sua massa soverchiante. La Knight Capital costruì un robomostro che occupava un'area di più di mezz'ettaro a Jersey City, New Jersey. Equinix ne costruì uno che copriva tre ettari a Secaucus, sempre New Jersey. Il New York Stock Exchange, che era ormai una corporation privata chiamata Nyse Euronext, costruì un complesso di quarantamila metri quadri per l'High Frequency Trading a Mahwah, New Jersey. Quarantamila. Vuol dire cinque acri di macchine collegate, in un complesso il cui scopo non era investire nei mercati, ma gabbarli. Il NYSE era una corporation privata, ormai, e comprava e vendeva in prima persona: era diventata un player, conquistando il proprio mercato, e altri. Queste macchine per giocare coi mercati, se messe in pila, avrebbero creato una struttura grossa quanto due Empire State Buildings, una sull'altra, 204 piani in tutto. Ogni rene di Midtown avrebbe vibrato per quel ronzio ronzio ronzio ronzio ventiquattr'ore al giorno, ogni giorno. A tutto ciò andavano aggiunti i nuovi sistemi che coprivano grandi distanze. La Hibernia Atlantic Corporation stava cercando di cablare in fibra ottica tutto l'Oceano Atlantico, per limare di sei millesimi di secondo (0,006 secondi) il tempo che impiegava un segnale per andare da New York a Londra. Gli squali rivelarono di essere robopazzi per i cavi in fibra ottica: cercarono di mangiarli, da cui altri milioni di dollari spesi a rendere i cavi a prova di squalo con delle guaine.

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