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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 alle ore 07:50.

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Thorpe scosse il capo e rise. Chi si definiva finanziere non poteva non capire. Non era una scommessa! Era certezza matematica! Vendere allo scoperto azioni a prezzo alto e simultaneamente comprare uno stesso numero di azioni a prezzo più basso: era la perfetta garanzia di cambio. Ti mettevi in tasca la differenza, che a paragone era pochina. A paragone, sì… ma ehi, due milioni e mezzo qua, due milioni e mezzo là, in poco tempo ti trovavi tanti milioni da fare almeno sbattere le ciglia a un Warren Buffet. E una transazione ti prendeva dieci secondi. Ecco cos'era il trading quantitativo. Non aveva niente a che fare con il valore di azioni e obbligazioni. Era una via matematica pura per giocare d'azzardo coi mercati. Bell era una delle compagnie più famose del Paese. Ma per quanto importava a Thorp poteva essere anche RadioShack. Non stava comprando e vendendo azioni. Stava giocando con i numeri che queste si portavano dietro come una traccia – e così le faceva evaporare.
Per tutto il tempo era chiaro che la vera ambizione di Thorp non era fare soldi – sebbene da allora il suo fondo d'investimenti abbia raccolto profitti per una media annuale del 20 per cento, e sebbene vada a incassare i suoi assegni e abbia messo da parte una fortuna personale di 800 milioni di dollari nei successivi trent'anni. Ma era molto più interessato a mettere in mostra, sulle più grandi lavagne del mondo, il genio matematico di Edward O. Thorp. Gli altri quants che giocavano col mercato tendevano a camuffare le proprie strategie da serie fortunate. Thorp no… Voleva per forza mostrare al mondo sbigottito il modo esatto in cui aveva battuto il banco e il mercato. Era un giocatore ansioso di stupire il mondo con dimostrazioni dal vivo delle più spericolate acrobazie matematiche.

Il suo avversario in questo nuovo incredibile gioco d'azzardo sui mercati di azioni e obbligazioni, in cui le si faceva evaporare, vaporizzando la loro semplicistica premessa – compra a poco, vendi a molto – era un certo James Simons. Simons era un altro swami della matematica passato dall'accademia ai mercati. Da studente prodigio si era bevuto l'MIT in tre anni, un major in matematica e corsi di master al posto di quelli di laurea troppo noiosi… fece il Ph.D. a Berkeley… divenne un decrittatore per la Intelligence Analysis Division del governo, decrittando codici finché non erano chiari come i testi sulle scatole di cereali… cominciò a collaborare con un altro matematico di Berkeley, Shiing-Shen Chern, per creare, nel 1974, il teorema di Chern-Simons, che venne usato in qualche modo dalla teoria delle stringhe e dall'ipotesi del Big Bang. In qualche modo è una mia aggiunta. Solo i matematici più grandi potevano avvicinarsi a capirlo. Simons vinse, per la Geometria, l'importante premio Oswald Veblen Award della American Mathematical Society nel 1976… fu assunto dalla Stony Brook University di Long Island come una star che potesse attrarre altri matematici di alto livello… piombò nella frustrazione cercando di risolvere problemi di geometria ancora più rarefatti… e si mise a creare partnership con altri quants per sperimentare sui fondi d'investimento… e nel 1988 creò un suo fondo, il Medallion Fund… che portò a un assortimento di fondi raccolti sotto l'ombrello della Renaissance Technologies.

Simons nascose le sue operazioni così bene che ci volle un decennio perché Wall Street aprisse gli occhi su quel che lui aveva già capito da un pezzo. Per cominciare, mise su bottega con una squadra di altri quants, virtualmente sconosciuti a Wall Street, in East Setauket, una cittadina sulla riva nord di Long Island, nella Contea di Suffolk. East Setauket era il genere di cittadina tanto piccola, tanto dominata da piccole casette in stile coloniale-New England – i primi coloni erano salpati dal New England per attraversare lo Stretto di Long Island – che la gente diceva sempre «Quant'è pittoresca». East Setauket aveva due vantaggi: era molto vicina all'ufficio di Simons alla Stony Broke – e nessuno, nessuno, nel mondo di Wall Street, ne aveva mai sentito parlare. Bene. Simons voleva che nessuno da Wall Street li raggiungesse.
Con una sola eccezione, non assunse persone macchiate dall'esperienza a Wall Street o anche solo dall'ambizione di arrivarci… laureati in economia, Master in Business Administration… Le loro giovani menti erano già state distorte oltre misura. Simons voleva solo matematici e scienziati. Più di un terzo dei suoi impiegati avevano un Ph.D. Compartimentalizzò le mansioni, in modo che nessuno di loro conoscesse la sua strategia. Solo un numero selezionato di collaboratori fu messo a parte. Ogni volta che uno di questi Eletti lasciava East Setauket e dava segni di voler usare le sue strategie presso qualcun altro, non esitava a denunciarlo. A onor del vero, la Renaissance Technologies aveva una rotazione incredibilmente bassa. Simons aveva messo su un fondo d'investimenti per soli impiegati, e faceva piovere soldi a secchiate nelle loro casse, per tutto l'anno, ogni anno.

Nei suoi primi ventiquattro anni, la Renaissance Technologies procurò ai suoi investitori – e ai suoi impiegati – profitti annuali del 38,5 per cento… al netto della sua percentuale, e la sua percentuale era la più alta in circolazione: il 5 per cento di ogni account ogni anno, e il 36 per cento dei profitti del fondo. Il reddito annuo di Simons si aggirava sulle centinaia di milioni. Nel suo terzo anno, il 1990, il Medallion Fund portò un profitto del 55,9 per cento, anche qui al netto della commissione. Nel 2000, durante il crollo delle dotcom, l'Indice 500 della Standard & Poor perse il 10,1 per cento. Il Medallion Fund ebbe un aumento del 98,5 per cento. Netto.

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