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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 09:37.

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Il romanzo «Il fiume dell'oppio» (2011) dell'indiano Amitav Ghosh racconta la storia di un mercante d'oppio, l'indiano Bahram, e le sue disavventure a Canton. Nello scontro fra commercianti inglesi, intermediari indiani e il misto di corruzione e di ragion di Stato cinese il libro, ambientato nell'Ottocento, racconta il capitalismo nelle sue varie sfaccettature, le aspirazioni liberistiche, le tentazioni del protezionismo all'insegna di una maggiore moralità nel business. E tutto sembra cosi' attuale.

2. LA FINANZA SPIEGATA AI RAGAZZI
Una puntata su come tutelarsi contro i problemi delle banche e contro quelli relativi alla finanza creativa. E sui progetti a livello europeo per un futuro migliore, come l'unione bancaria. Il tutto grazie alla classica letteratura per ragazzi.
Innanzitutto «Mary Poppins» (1934) dell'inglese Pamela Lyndon Travers (ma non manca anche un passaggio della trasposizione disneyana dul grande schermo). A un certo momento i due piccoli e la mitica baby-sitter si ritrovano nella banca del padre dei due bambini. Per un malinteso il ragazzo grida «rivoglio il mio denaro» e cosi' si scatena una corsa agli sportelli dei risparmiatori. Da li' è possibile spiegare una serie di concetti bancari particolarmente importanti di questi tempi: la crisi di liquidità, il Fondo interbancario di tutela dei depositi, creato in Italia, e il progetto a livello europeo, legato all'attualità, di Garanzia unica per i depositi bancari.
«Le avventure di Pinocchio» (1883) offre nell'episodio dell'albero degli zecchini un esempio di smaterializzazione del denaro, di speculazione e di desiderio eccessivo di moltiplicazione del denaro: è l'occasione di parlare di finanza creativa, di derivati e di effetto leva.

3. ANNI 80: QUANDO TUTTO (IL MALE) COMINCIO'
In molti ritengono che il decennio fondamentale (in un senso negativo) nello sviluppo di una finanza eccessiva, dominatrice dell'economia, sia stato proprio quello degli anni Ottanta: lo stesso degli yuppies ma anche dei primi crack in Borsa, delle frodi finanziarie, mentre l'economia reale, almeno negli Usa di Reagan e nel Regno Unito della Thatcher, accusava evidenti segni di decadenza. Ecco una puntata dedicata a quel periodo.
Si comincia con il romanzo «Le mosche del capitale» (1989) di Paolo Volponi, storia di industriali che hanno tradito la fabbrica diventando in realtà uomini di finanza, preoccupati solo dei profitti: in sostanza dimentichi della lezione di Adriano Olivetti, che fu sempre un riferimento per Volponi. Il romanzo consente di parlare della «finanziarizzazione» dell'Italia (e dell'Europa), inziata in quegli anni, oltre che di dividendi e di cedole di una società.

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