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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 09:37.

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Segue il romanzo il «Il concerto dei pesci» (1957) dell'islandese Halldor Laxness. Questo scrittore ottenne il premio Nobel per la letteratura nel 1955. A lungo dimenticato, è stato poi riscoperto, anche fuori dall'Islanda. Era, fra le altre cose, un grande conoscitore dell'Italia, che visito' a più riprese per lunghi periodi. Questo suo libro raffigura l'Islanda del passato, senza l'assillo dei soldi e che ha fatto fatica a trasformarsi in economia moderna e aperta verso l'esterno. E' in particolare la storia di un pescatore che non riesce ad adattarsi alle regole del mercato. Il libro è ridiventato di estrema attualità dopo la crisi del 2008 (continuata fino al 2011) in Islanda, dovuta proprio a certe derive finanziarie, a un arricchimento precedente troppo veloce e inconsulto. Nella puntata si ripercorrono le tappe più importanti della crisi islandese, si spiega il concetto di bailout (salvataggio delle banche in difficoltà). E la "rivolta" del Paese, che si è rifiutato di pagare per i buchi lasciati dai suoi colossi del credito presso i clienti stranieri, considerati complici della speculazione.

8. FINANZA TOSSICA E TRADER PENTITI
Una puntata dedicata alla figura del trader, di questi personaggi complessi, oscillanti fra determinazione e debolezza psicologica, nelle cui mani si ritrovano spesso i destini economici di grandi aziende, se non di Paesi interi. Negli ultimi anni molti ex trader (forse troppi. si sono messi a scrivere romanzi. Ma in alcuni casi sono venute fuori opere interessanti, comunque in presa diretta da quel mondo.
Il romanzo «Questa città che sanguina» (2010) di Alex Preston racconta il dramma di un trader londinese, che finisce per dimenticare in auto il figlio, troppo preso dal fallimento imminente della società finanziaria per cui lavora. Il romanzo è lo spunto per capire chi è e cosa puo' fare un trader, cosa è un hedge fund (Alex lavora per uno di questi fondi superspeculativi) e ricordare le più recenti storie (anche recentissime) di scandali legati a un'attività in grossa parte fuori controllo.
Si continua con il romanzo «Union Atlantic» (2010) di Adam Hasslet (molto sponsorizzato da Jonathan Franzen), la storia di uno spregiudicato banchiere, Doug Fanning, in difficoltà per aver avallato investimenti troppo rischiosi, e che si ritrova anche al centro di un feroce scontro con la vicina, professoressa di storia in pensione, che l'accusa di aver costruito una scintillante e volgare villa su un terreno demaniale. E' l'occasione per spiegare certi concetti legati ai derivati (in particolare i futures) e l'opposizione tra banca commerciale e banca d'affari (il fatto che si siano sovrapposte è una delle cause della crisi finanziaria attuale).

9. PAESI EMERGENTI: SORPASSO O ILLUSIONE?
Questa puntata è dedicata ai Paesi emergenti, i «nuovi ricchi» del mondo, che stanno resistendo alla crisi e rappresentano un prezioso sbocco per tante merci del made in Italy. Resisteranno ancora? E il loro sviluppo è proprio cosi' coerente?
Si comincia con un romanzo indiano, «La tigre bianca» (2008) di Aravind Adiga. E' la vera storia (dura, spietata, terribile) del boom economico indiano attraverso la storia di un umile autista che riesce a diventare imprenditore di successo. La narrazione avviene con molto sarcasmo sotto forma di una lettera al Presidente cinese, che arriverà presto in visita in India. Si spiegano così i concetti di Brics (la sigla che indica i maggiori Paesi emergenti) e l'outsourcing (l'attività che fa la fortuna dell'India e di altri Paesi emergenti, descritta nel romanzo).
Si continua con «Il demone della prosperità» del cinese Chan Koonchung. Scritto nel 2009, la storia è in realtà ambientata nel 2013. Descrive la Cina in supercrescita e l'Occidente che affonda. Ma, ancora una volta con molto sarcasmo, è un'aspra critica al modello cinese. Il romanzo è lo spunto per parlare del capitalismo alla cinese e del peso attuale della Cina nell'economia mondiale. E l'occasione per spiegare cosa siano i fondi sovrani.

10. MONETA, LAVORO E UN IMMENSO DOLORE
Per finire una puntata basata su due libri «forti», anche tragici.
Il romanzo «La centrale» (2010) di Elisabeth Filhoul è stato uno dei casi letterari in Francia degli ultimi anni. E' il primo libro di una donna che vive in provincia vicino a una centrale nucleare. E che ha deciso di raccontare la storia di un gruppo di «nomadi», come vengono chiamati in Francia gli operai del nucleare, che con un contratto a termine dietro l'altro passano nelle diverse regioni della Francia, da una centrale all'altra, spesso relegati alle mansioni più pericolose, ma con stipendi inferiori ai dipendenti con contratti a durata indeterminata dei colossi francesi dell'atomo. L'occasione per parlare di precariato, in Italia e in Europa.
Infine, «Se questo è un uomo» (1947) di Primo Levi. Alcuni passaggi del libro (nel capitolo terzo) spiegano con chiarezza quasi distaccata lo svilupparsi di un mercato all'interno del lager, con le sue monete (un pezzo di pane, altri prodotti di base.). Si costitui' perfino una vera e propria Borsa. E' l'occasione per ritornare sulla storia della Borsa. E a termini chiave del settore finanziario come società quotata e listino. Incredibile: anche in un contesto terribile come quello di un campo di concentamento affiorano inesorabilmente meccanismi e relazioni economiche. E addirittura di tipo finanziario.

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