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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2013 alle ore 08:24.

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La concezione del Caetani – come spiega Mario Liverani – è concentrata in un positivismo, non privo di pregiudizi, secondo cui le caratteristiche di questi popoli, intese come tendenze mentali, spirituali e attitudinali, sono determinate nei due fattori della razza e dell'ambiente – race e milieau – secondo le categorie definite da Auguste Comte. Anche se fra fine Ottocento e inizi Novecento, il termine razza ha una valenza diversa da quella attuale, perché indica un'entità storica e culturale.
L'elemento dell'opera di Caetani è la teoria, molto contestata, secondo cui l'espansionismo arabo del medio Oriente all'Africa, fino alla Sicilia e alla Spagna, non è da riportare al fenomeno religioso della predicazione di Maometto, bensì, alla desertificazione della Penisola Arabica che innescò un declino socio-economico fatto di carestie. Un'impostazione che potrebbe essere trasposta a oggi se pensiamo che molti cambiamenti di regime (per esempio la rivolta del pane in Tunisia o la caduta di Mubarak) sono state innescati dalla crisi economica e da un vuoto di proposta politica (la fine del socialismo nasseriano) colmato dall'integralismo religioso. Il racconto storico mette in luce, in particolare, il rapido e straordinario passaggio dal l'ateismo alla religione musulmana da parte dei popoli dell'Arabia.
Come scrive Fulvio Tessitore, in uno dei saggi introduttivi, partendo dalla teoria dell'incidenza dei fattori climatici e geografici, Caetani approda a una posizione storiografica non lontana da quella di Max Weber soprattutto nelle «due storie parallele dell'Occidente europeo-cristiano e dell'Oriente arabo-islamico».
Qualche anno dopo alle opere del Caetani, Oswald Spengler scriverà il Tramonto dell'Occidente, denunciando la perdita dell'uomo faustiano europeo e prospettando un ciclo naturalistico nella vita delle civiltà. In comune fra i due c'è lo sforzo di comprendere il pianeta Islam e le sue dinamiche superando una visione riduttiva, «l'Europa deve riconoscere il naturale diritto del mondo orientale a conservare le sue caratteristiche tradizionali e di progredire nei limiti e nei modi più consoni ai suoi sentimenti», scrive il principe studioso.
Caetani, sia pur con differenze, è stato riconosciuto come maestro da tutta una scuola autorevole di orientalisti, da Giorgio Levi della Vida, a Enrico Cerulli, a Franco Gabrieli e Sabatino Moscati. La sua opera e suoi studi lasciano chiaro un nocciolo: l'Islam, sin dalle origini, conclama una volontà di potenza espansiva, un'ambizione al proselitismo totale. Una verità che l'Occidente spesso non accetta.
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Leone Caetani, Studi di storia orientale, Edizioni Storia e Letteratura, Roma, vol. I e vol. II,
pagg. 1.182, € 88,00 e 92,00

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