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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 08:47.

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Nel settembre 2011 la base aerea in Nevada da dove i piloti americani controllano in modalità remota i droni in volo su Pakistan e Afghanistan è stata contaminata da un virus informatico: era un software spia non maligno, che si limitava a prendere nota di ogni comando premuto dai piloti americani sui computer durante le missioni. Cosa sarebbe successo se avesse interferito con i comandi degli aerei? A proposito: il Governo iraniano continua a sostenere di essere riuscito a catturare droni-spia americani in volo sull'Iran inserendosi dentro il loro sistema di controllo.

Come se la sicurezza su internet non fosse già abbastanza difficile da difendere, c'è da contare anche il fattore debolezza umana. Nel 2011 il Governo americano ha fatto un esperimento: ha lasciato chiavette Usb oppure Cd per computer nei parcheggi di edifici federali o di agenzie private assunte come contractor, e il risultato è che il 60 per cento di chi le ha raccolte da terra le ha poi inserite nei computer degli uffici per vedere di che si trattava; se sopra c'era il logo del Governo, la percentuale saliva al 90 per cento. Inserire una chiavetta Usb "adulterata" con un software invisibile è esattamente il gesto che ha permesso il sabotaggio delle centrifughe atomiche dell'Iran con il programma Stuxnet: qualcuno ha infilato una pennetta e il programma militare più segreto, strategico e costoso di Teheran ha sofferto una battuta d'arresto catastrofica. In gergo si chiama Picnic: Problem in chair, not in computer. «Non c'è un dispositivo che protegga dall'idiozia umana», commentava i risultati dell'esperimento americano, Mark Rasch, un consulente di sicurezza informatica per il Governo, su Bloomberg Businessweek.

Chi sono i nemici? Richard B. Andres su Foreign Policy fa una distinzione fondamentale: sono milizie al servizio di Governi, e non vere unità di eserciti regolari. «È una tecnica che i Paesi aggressori stanno usando sempre di più per colpire gli Stati Uniti e altre nazioni». Il trucco è creare bande autonome di hacker senza credenziali ufficiali, che possano agire senza far ricadere la responsabilità sui Governi.

Quando nel giugno 2011 il Vietnam e la Cina si affrontarono sulla sovranità di alcune isolette nel Mar cinese meridionale, sui siti cinesi si scatenò una sollevazione spontanea, una chiamata generale alla guerra santa su internet. Senza che il Governo di Pechino dovesse esporsi, gli hacker organizzarono una spedizione punitiva con movente patriottico contro il Vietnam e riuscirono a bloccare mille siti vietnamiti, compreso il più grande motore di ricerca del Paese, per due giorni.

La Cina in questo campo – anche in questo campo? – è il primo avversario, e ha un grande vantaggio quando si tratta di cyber milizie: un bacino d'arruolamento infinito rispetto ai suoi rivali. Quando nell'aprile 2001 – l'era delle battaglie antiche su internet – un aereo cinese si scontrò in volo con un aereo spia americano sul Mar della Cina, gli hacker cinesi combatterono per otto giorni un conflitto internet contro gli americani. Una potente milizia cinese – la H.U.C., Honker Union of China – usò per attaccare la tecnica delle ondate umane e riuscì effettivamente a bloccare il sito della Casa Bianca con un Dos (Denial of Service, un sovraccarico di richieste di accesso che ferma il sito, è la forma più elementare di aggressione) dalle 9 alle 11 del mattino del 4 maggio. Al picco della sua popolarità, secondo il motore di ricerca cinese Baidu, la H.U.C. contava circa 80mila membri, eppure era soltanto al quinto posto nel mondo tra le cyber milizie più numerose. Vale la pena notare che in quel maggio 2001 gli hacker americani risposero all'attacco cinese bloccando tre siti cinesi per ogni sito americano colpito, e ottennero questo risultato pur essendo in numero molto inferiore, grazie naturalmente alla loro superiorità tecnologica. Scoreboard doesn't lie, direbbe Charlie Sheen, il tabellone del punteggio non mente. Ma sono numeri di una vittoria che ormai risale a dodici anni fa e il gap informatico va chiudendosi. La U.S.- China Economic and Security Review Commission a novembre ha detto a Bloomberg Businessweek che i cinesi sono sempre più bravi, al punto che si esercitano continuamente ad accecare o sabotare i satelliti americani per la comunicazione o per lo spionaggio, i sistemi di puntamento delle armi, i computer per la navigazione terrestre e che per questo sono loro «la minaccia più forte su internet». Secondo International Data Corp., in Cina ora ci sono 538 milioni di utenti con accesso a internet.

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