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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2013 alle ore 08:23.

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Della scultura è speciale declinazione il rilievo, alto e basso, capace di accogliere e di elaborare le ricerche di uno spazio "razionale" governato dalla prospettiva: la predella del San Giorgio di Donatello dal Bargello e il Banchetto di Erode dal Museo di Lille, pure donatelliano, sono virtuosistici esercizi di controllo dei volumi che culminano nell'invenzione dello "stiacciato", spessore affinatissimo e quasi grafico, grazie al quale i marmi e i bronzi si arricchiscono di vibrazioni pittoriche. Su quella strada continueranno Desiderio da Settignano e Agostino di Duccio. Si facciano, anche qui, pochi passi nel centro fiorentino e si entri in San Lorenzo, dove i tondi in stucchi colorati della Sagrestia Vecchia da un lato e i tardi pergami bronzei nella basilica dall'altro ci parlano della personalità infaticabilmente creativa di Donatello, innovatore fin nell'età più avanzata.
Si continua in mostra incontrando "spiritelli", condottieri, amabili Madonne col Bambino declinate in ogni possibile materiale dal più pregiato al più modesto. Uno speciale riconoscimento vien tributato alla città – «Fiorenza bella» l'avrebbe definita Benedetto Dei descrivendola nel 1472 – dal percorso artistico nei luoghi della carità e dell'accoglienza alla magnificenza privata dei palazzi familiari. Perché una bella città ispira la creazione di una grande arte: semplice, ma ancora vero.
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La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460, Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 18 agosto. Catalogo Mandragora

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