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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2013 alle ore 11:44.

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Comunque, siccome non posso godermi Francesco, sono andato a informarmi sulla questione. Occupiamoci subito della pedofilia: Bergoglio, dice il Washington Post, come arcivescovo di Buenos Aires non ha mai incontrato le vittime degli atti pedofili di preti e non ha offerto scuse né risarcimenti. Le richieste di incontro da parte delle vittime sono state rifiutate.

Il WP dice pure che Bergoglio «diede istruzione ai vescovi di denunciare immediatamente qualsiasi accusa di abuso alla polizia». Altra accusa. È stato ambiguo col regime di Videla o, come la mette un noto giornalista argentino di sinistra, Horacio Verbitsky, è stato «collaborazionista della dittatura argentina dei generali». L'accusa è seria: durante il regime di Videla i preti collaborazionisti si prestavano a salire sugli aerei con i militari e i desaparecidos da buttare al fiume, per dargli l'estrema unzione. Bergoglio non fu un collaborazionista in questo senso letterale, ma nel libro L'isola del silenzio - Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina (Fandango, 2006) Verbitsky parla del rapimento di due gesuiti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, da parte del Governo militare e delle responsabilità di Bergoglio nella vicenda, ossia le ragioni per cui lo considera collaborazionista.

A un mese dal golpe, Bergoglio chiese a Yorio e Jalics di abbandonare la baraccopoli di Bajo Flores a Buenos Aires e, siccome si rifiutarono, li estromise dalla Compagnia. Abbandonati dall'ordine, i due furono rapiti e torturati dal regime per cinque mesi in uno dei luoghi da incubo della Guerra Sporca, la Esma: l'Escuela de Mecánica de la Armada di Buenos Aires.
Yorio, che più avanti morirà di morte naturale, disse una volta che Bergoglio espellendo lui e Jalics li aveva esposti ai militari. Jalics pare invece l'abbia perdonato. Secondo Verbitsky, ne ha perdonato i peccati di omissione, ossia lo considera colpevole.
Altri l'hanno difeso. Aldo Cazzullo, sul Corriere: «Il Provinciale andò di persona da Videla per chiedere la liberazione dei due religiosi». Leonardo Boff, uno dei fondatori della Teologia della liberazione, si è dichiarato soddisfatto dell'elezione, «pegno per una chiesa di semplicità e di ideali ecologici». Il Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel, premiato per aver denunciato la dittatura, ha detto alla Bbc: «Ci sono stati vescovi complici della dittatura in Argentina, ma non Bergoglio». E a la Repubblica: «So che si è battuto di fronte ai militari per difendere delle persone, so che molte altre ne ha aiutate a fuggire. Non tutte le sue parole sono state ascoltate». Le madri dei desaparecidos di Plaza de Mayo e l'Associazione 24 marzo l'hanno difeso.

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