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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 10:39.

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INTERVISTATORE
Poi è stata notata in uno spettacolo di danza da Giuseppe Bertolucci.
MORANTE
No non era uno spettacolo di danza, era uno spettacolo in un teatrino off... al teatro San Genesio (1), mi pare, quello vicino a San Pietro, e io facevo parte di quel gruppo al quale all'epoca apparteneva anche Benigni, insomma, Benigni cominciava proprio in quel periodo a camminare da solo, però era venuto a Roma con una persona, che è stato un mio carissimo amico, morto purtroppo, che era Donato Sannini (2)... Erano venuti in tre, Donato, Carlo Monni e Roberto Benigni e quindi Donato era all'epoca il leader di quel piccolo gruppo, era un uomo intelligentissimo, straordinario... attore, ha fatto delle cose formidabili. E quindi io facevo parte di quel gruppetto lì. Giuseppe Bertolucci venne a vedere uno spettacolo, sono quasi sicura, di Donato dove io facevo nulla, facevo una cosetta così, erano delle piccole parentesi. Io ero ancora ballerina all'epoca, consideravo che la danza fosse il mio… insomma non avevo ancora deciso di abbandonarla. Quindi lui venne a vedere questa cose e mi fece un provino per Oggetti smarriti, che è stato il mio primo film al cinema...

INTERVISTATORE
Come funziona passare dalla disciplina della danza, dallo studiare danza per più di dieci anni e poi così, di colpo, andare a fare un'altra cosa?
MORANTE
Non è stato di colpo, è stata quella che al cinema si chiama una dissolvenza incrociata, cioè nel senso che io piano piano... Prima sono stata prestata a Carmelo Bene(3) dalla mia coreografa che adorava Carmelo Bene come regista. Lei mi aveva mandato ad omaggiarlo insieme ad un'altra collega ballerina, lui faceva all'epoca Romeo e Giulietta al Quirino e lei ci disse: «Andate assolutamente a vedere questo spettacolo e dopo lo spettacolo andate a salutare per me Carmelo Bene e chiedete se vuole venire a bere un bicchiere qui da noi». Loro abitavano lì vicino, lei e il compagno. E quindi noi la prima sera siamo andate, eravamo timide tutte e due, e poi lì abbiamo visto quella fila lunghissima di omaggianti davanti al camerino, ci siamo spaventate e siamo andate via. Siamo state duramente redarguite e inviate una seconda volta a invitare Carmelo Bene e questa volta ci siamo fatte coraggio, siamo entrate nel camerino e tutto d'un fiato abbiamo detto: «Siamo ballerine, la nostra coreografa la vorrebbe invitare...» e c'era lì anche Antonioni, fra l'altro, nel camerino di Carmelo e quindi sono venuti e tutti e due: «Sì sì veniamo verso l'una», si sono effettivamente presentati sia lui che Antonioni dopo lo spettacolo e la cena, ad ora molto tarda, e lì la mia coreografa Patrizia Cerroni... hanno cominciato a parlare... Dopo di che dopo qualche giorno Carmelo Bene le chiede: «Guarda mi presti Laura per una serie di spettacoli?». Hanno fatto un accordo, ma ovviamente Carmelo non era un tipo da rispettare gli accordi quindi è stato un inferno perché quando io dovevo fare degli spettacoli, perché avevo già un tour come ballerina, quindi quando dovevo raggiungere la compagnia lui non voleva che io partissi... Quindi una volta mi fece chiudere in un teatro, l'ho già raccontato molte volte – mi fece proprio chiudere, sorvegliata dal direttore di scena... mi chiuse nel teatro e non potei prendere il treno e fui ovviamente punita anche se ero innocente perché mi avevano fisicamente impedito di raggiungere la compagnia. Mi fecero una scenata perché io avevo saltato uno spettacolo mettendo tutti in difficoltà, quindi venni retrocessa, il mio ruolo mi venne tolto. Dopo questa parentesi con Carmelo Bene io ho ricominciato a ballare. È stata proprio una dissolvenza incrociata, una delle immagini che si andava affievolendo mentre l'altra appariva...

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