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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 10:39.

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INTERVISTATORE
Sì questo l'ho notato soprattutto nelle commedie, dove lei fa scambi molto veloci, non sopraffà mai l'interlocutore. E poi magari gli elementi psicologici del personaggio vengono fuori involontariamente...
MORANTE
Ma anche lì non so se è la psicologia. Un aneddoto che mi è capitato più volte di raccontare, una storia che m'aveva colpita – d'altronde un giorno qualche tempo fa Nanni, Nanni Moretti, mi chiamò dicendo: «Qual è quella storia che raccontavi sempre te?». Ho letto credo in un saggio di Ripellino quello che si chiama, mi pare eh, Il trucco e l'anima (6), lui a un certo punto riferisce il racconto di un testimone oculare, se non sbaglio... Pare che una volta Čechov fosse andato a vedere una prova del teatro d'arte di Stanislavskij, che aveva introdotto questo naturalismo che fu una grande rivoluzione, perché eravamo ancora in un momento in cui gli attori andavano a declamare in proscenio... Ma probabilmente Čechov era ancora più avanti di Stanislavkij e quindi si innervosiva terribilmente vedendo tutti questi dettagli realistici che secondo lui appesantivano il suo testo. E quindi c'era un giovane allievo di Stanislavskij che era lì per spiegargli le cose e lui: «Ma perché hanno messo queste cose?». E l'altro: «Be', perché nella vita è così...». «Ma perché ci hanno messo quest'altra?». «Perché nella vita succede così, signor Čechov» e così via. Ad un certo punto Čechov è sbottato e ha detto: «Senta, ma se io prendo quel ritratto – e ha indicato un ritratto appeso alla parete – e al posto del naso del ritratto ci metto un naso vero, il naso è vero ma il ritratto è rovinato per sempre»...
Allora io penso che questo sia un grande aneddoto per capire in che cosa consiste non soltanto la recitazione ma in generale il lavoro più o meno artistico. Prendere dalla vita vera qualcosa e metterla così com'è nella finzione non rende la finzione più vera, la rende più falsa, e quindi ogni cosa deve subire un processo di trasformazione, di distillazione. Tant'è vero che nulla è meno artistico di queste cose tipo Grande Fratello. Queste cose sono una pura illusione che noi possiamo vedere le cose come sono, è un lavoro inutile e anti-artistico, nulla deve essere messo nella finzione così com'è, e quindi anche la psicologia, certo, c'è anche della psicologia, c'è la musica, la pittura, l'amore, l'odio... ma tutto questo subisce un processo di cui non sei nemmeno l'artefice consapevole per altro, un processo di trasformazione.

INTERVISTATORE
Mi viene in mente che con Nanni Moretti (7) si possa fare molto questo ragionamento perché lui fa un cinema un po' iperrealista, cioè non realistico… [Sto pensando al barattolone di Nutella in Bianca.]

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