Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2013 alle ore 08:18.

My24

INTERVISTATORE
Erano andati dall'Etiopia in Venezuela? E lui non era stato neutrale, era stato troppo favorevole al regime?

VALLI
Sì, e quindi aveva coinvolto gli italiani... Però non è che avesse ucciso cinquecento venezuelani. Io allora a un certo punto difesi Giusti Del Giardino: fatto è che rimasi amico suo. Da lì viene l'intervista importante: lui fu mandato ambasciatore a Nuova Delhi. Allora a Nuova Delhi la residenza dell'ambasciata d'Italia era la vecchia casa del Pandit Nehru (6), il papà di Indira Gandhi, e Nehru ogni tanto era sentimentale e voleva andare a vedere il giardino della casa in cui aveva abitato, e diventò amico di Giusti Del Giardino, anche Indira Gandhi, molto amica. Nehru era inaccessibile, e invece io andai a Nuova Delhi per fare il servizio e Giusti mi fece incontrare Nehru e l'intervista con Nehru fu molto importante. Le storie di un giornalista allora… Forse anche adesso, ma il mondo era più piccolo, era frequentato da meno persone... Si stabilivano dei rapporti. Prendi un fatto molto semplice, prendi una guerra medio orientale, io le ho fatte tutte, tutte quelle che rientravano nella mia età: il 1967, il 1973, il 1982, non lo so, i colpi di Stato. Eravamo alcune centinaia di giornalisti. Se tu pensi cosa è stata la guerra del 1991 contro l'Iraq... non c'erano neanche le seggiole per far sedere i giornalisti. Quando si dice giornalista embedded, è vergognoso: qual è l'esercito che accetta tremila giornalisti che vanno tra i suoi carri armati senza chiedergli chi sono? È una sciocchezza. Chiunque chiede il controllo, di sapere chi è. Gli americani, siccome non fanno la censura di principio... però fanno dei controlli. In Vietnam erano tutti embedded, cioè uno poteva essere non embedded, eh, intendiamoci, però girava con difficoltà. Esserlo non implicava condizioni, nessuno veniva a vedere quello che scrivevamo però avevamo un tesserino, potevamo andare a una mensa, prendere un elicottero. Quindi non significava niente... però insomma, il numero di giornalisti era abbastanza limitato mentre adesso sono masse.

INTERVISTATORE
Intervistare Nehru, intervistare Perón, andare in posti di guerra... Mi faccia capire come si entra in un tipo di vita del genere.

VALLI
Prima di tutto diciamo subito che per fare questo mestiere... Il mestiere è molto cambiato perché i mezzi di comunicazione e l'approccio alle notizie son diventati diversi con l'informatica. Ma in generale un giornalista che cosa dev'essere? Qui abbiamo fatto a Sciences Po un corso di giornalismo e prima del corso hanno invitato alcuni giornalisti per farsi un'idea di come dovesse essere questa scuola... Soprattutto perché aveva un numero limitato di partecipanti. E a un certo punto si pose il problema di come selezionare i candidati... E allora quali sono le caratteristiche per un giornalista? Essere il primo della classe? Non obbligatoriamente. Uno che conosce le lingue? Be', meglio conoscerle, però uno può fare anche lo steward dell'Alitalia. Uno colto? Sicuramente una cultura generale la deve avere se vuol fare il giornalista perché deve distinguere quel che è eccezionale nel fatto. Io credo che la prima cosa è la curiosità, se non sei curioso non puoi fare questo mestiere. La seconda è una capacità di capire velocemente, devi avere un certo occhio e avere un'idea. Poi c'è naturalmente la sfacciataggine, l'irruenza, il fatto di affrontare un argomento con sfacciataggine.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi