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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2013 alle ore 08:36.
Questa "cinesità", ripudiata in modo che parve definitivo in favore dell'ideologia socialista del comunismo di Mao fino alla più estrema iconoclastia della Rivoluzione Culturale, sta oggi risorgendo fra le opposte ragioni del comunismo, che ha perso il mito della propria infallibilità teoretica, e del capitalismo consumista dell'Occidente, il cui mito del progresso materialistico si sta parimenti dimostrando tutt'altro che eterno. Forse la Cina, ritornando a interpretare per nuove vie lo spirito che la fece esistere potrà essere di stimolo anche all'Occidente in questa fase di necessaria riflessione sull'arroganza delle proprie ormai vecchie certezze.
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La Cina. Dall'Età del Bronzo all'Impero Han, vol. 1.2, a cura di Tiziana Lippiello e Maurizio Scarpari, Einaudi, pp. 850, ill. b/n e col. € 110.oo
