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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2013 alle ore 09:09.

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Non sai cosa ti perdi, tu che cedi al nervoso, o tu che tieni alle pr e quindi non rispondi quando dovresti rispondere male, o tu che sei così famoso da avere troppi schiantati e non riuscire a tenerne un registro. Te lo dico dalla mia invidiabile posizione di mezzo, quella di chi ha un numero gestibile di follower, e il lusso di perder tempo a tenere d'occhio quelli con grande potenzialità di schianto. Finisce più o meno sempre nello stesso modo: che il paese è piccolo, e prima o poi ci si incontra. E quindi quello che, quando appari due minuti in tv, scrive su Twitter che come faceva lui a seguire un cesso simile, avrebbero dovuto avvisarlo, che schifo, sappiate tutti che a me questa donna fa orrore, quello lì poi immancabilmente te lo ritrovi a pochi metri a una serata tra conoscenti. Quello è uno che ti si avvicina, allunga la mano, dice che è tanto tuo fan ed è tanto emozionato d'incontrarti.
E a quel punto puoi far avvicinare gli amici e dire venite, sapete chi è questo, uno che diceva che io ero troppo cessa per seguirmi su internet. A quel punto puoi adoperare il sereno sadismo che fa di te un troll anche fuori dalla Rete e infierire sul povero schiantato, che è un botolo ultracinquantenne e balbettante le cui argomentazioni sono: «Non ho detto esattamente» e «Dimostrami che» e «No ma io non volevo».

Puoi rassicurarlo, dirgli che non c'è alcuna contraddizione col suo essere appena venuto a omaggiarti: hai sempre saputo che era un fan, uno che non sia fan mica si prende il disturbo di notificare al mondo quanto ti trova cessa (o sgrammaticata, raccomandata, sopravvalutata, bisognosa di sesso: lo schiantato ci tiene a dire che non gli piaci, gli importa rendere noto il proprio dissenso, la categoria nella quale disapprova è irrilevante).
Puoi essere magnanima e ringraziarlo per l'attenzione. Oppure puoi pensare che tu non sei Alì e lui non è Foreman, e inelegantemente infierire. «Ti dirò, da come sei esigente su Twitter mi aspettavo fossi più somigliante a Brad Pitt e meno allo Scrondo». A quel punto lo schiantato – che già fatica a sopravvivere fuori dal suo habitat in cui tu sei una chiocciola e lui è un leone – quasi si metterà a piangere, e tu avrai paura d'aver esagerato.
Ma un'ora dopo, da lontano, comunicherà a Twitter che oltre che cessa sei anche screanzata, e tu ti sentirai molto rassicurata: non è rotto, ci si può ancora giocare.

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