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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 07:40.
L'ultima modifica è del 25 febbraio 2014 alle ore 15:43.

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Quello è il primo anno in cui intuisco che la mia vita è completamente cambiata, perché mi chiama il produttore di Tele+ (13) Michele Boccacci, che fa: «Si va all'All Star Game a Cleveland». «Scusa?!». «E si viaggia in business». «Cioè?!»: quindi per la prima volta negli Stati Uniti per commentare e la partita sarà quella dei 50 più grandi di tutti i tempi, con Karl Malone che chiede a Chamberlain l'autografo…
Peraltro, parlando di Malone, io sono quello che lo segue quando lui viene qua, dopo il primo anno a Utah, contratto di un anno perché non si fidavano di lui, viene qua a giocare per la Desio di Virginio Bernardi e firma un contratto, fatto firmare da me, di tre anni a 350mila dollari all'anno... Perché io lavoravo come avvocato per Warren LeGarie, che ci crea questo contatto, viene in Italia Karl Malone, chiaramente vuole combinare la cosetta con gli Utah Jazz e io...

Cioè ti sei preso una percentuale dei soldi di Karl Malone?
No, perché alla fine ha firmato con Utah, ma aveva la clausola d'uscita, poi a quel punto con Utah aveva 7 anni di contratto a una cifra leggermente superiore...

Com'è il tuo rapporto con l'Nba? Conosci molta gente nell'ambiente?
Devi pensare che è stato molto utile il rapporto per tanti anni con LeGarie: magari t'avevano già visto, la diffidenza iniziale era vinta... Un episodio: io cerco di convincere i Clippers a prendere Pippen al Portsmouth Invitational… Dico ad Andy Rosen, che Warren conosce, «Prendete Pippen, secondo me è fortissimo» e questo mi dice: «Ma neanche lo abbiamo mai visto», io lo avevo visto per una coincidenza... Warren mi presenta a Rosen, perché parlano di clienti che poi Warren ha nell'Nba... «Chi è lui?». «Uno dei miei uomini che lavorano in Italia...». «Ma come mai sei qua?». «Eh mi piace vedere i giocatori e poi quelli che qua andranno discretamente per noi potrebbero essere interessanti». Ma io sono appassionatissimo di lì e gli dico: «Ho visto per coincidenza una cassetta di Pippen semi-pirata» e dico ai Clippers «Guardate questo Pippen secondo me è fortissimo». Pippen fa un discreto primo giorno al Pit (14). Poi viene fuori che farà la scelta di andare con i Bulls...

Ora quando vai lì chi conosci?
Ci sono le persone fondamentali nella mia vita Nba che sono: il primo, Scotty Stirling, che all'epoca era l'ex scout dei Sacramento Kings... E i miei secondi genitori americani sono a Berkeley, dall'altra parte della baia di San Francisco, e io passo tanto tempo lì durante gli inverni e mi hanno presentato questo Stirling. Diventiamo amici, tutti e due viviamo in quella zona lì e dobbiamo andare alla partita e lui mi dice «Be', ma andiamo assieme», e quindi io vado a Sacramento... Faccio avanti e indietro Berkeley-Sacramento con lui almeno venti volte... Guida lui... Due ore ad andare, due ore a tornare... Fai conto che nelle mie telecronache di cose che lui mi ha detto in quelle due ore ce ne saranno cinquecento... L'altro è R.C. Buford. Me lo presenta il compianto ex general manager di Torino e Reggio Calabria, Piero Costa, che è diventato agente, per qualche motivo lo conosce e me lo presenta... È un timido ragazzone del Kansas che poi diventerà il più bravo general manager dell'Nba...

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