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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 07:40.
L'ultima modifica è del 25 febbraio 2014 alle ore 15:43.

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Cioè, il general manager di San Antonio è un tuo mentore?
Sì, lui è l'altro che in questi anni mi ha raccontato più cose... Adesso vado a trovarlo.

E ci hai parlato di Belinelli (15) con lui?
Be' certo... Mi ha telefonato esattamente il giorno dopo che io ho fatto l'intervista a Belinelli trasmessa su Sky... L'avrà vista, qualcuno gliel'avrà tradotta, e lui mi ha detto: «Parliamone un po'», e vado a trovarlo e faremo la classica giornata dove lui mi racconta della roba incredibile... E poi mi ha fatto vedere l'Nba dall'interno, lui ti mette nel suo ufficio, ti fa vedere le sue cose, l'allenamento...

Quindi tu hai visto nascere da dentro gli Spurs di Duncan e Popovich?
Infatti, al ristorante Mi Tierra, in occasione delle finali del 1999, Flavio e io convinciamo Buford a prendere Ginobili. Tieni presente che Buford poi era un uomo molto intelligente, molto raffinato... Allora mi ricordo una volta che mi disse: «Dai, trovami una bella bottiglia che devo guadagnare punti col mio allenatore».
Noi abbiamo dei privilegi che non si possono immaginare... Dovevi pensare che Gara 5, forse la più bella partita di finale che abbia mai visto, Detroit-San Antonio, vinta da San Antonio con il famoso tiro da tre di Horry... Buford viene da noi in albergo e noi andiamo a colazione insieme il giorno della partita e parliamo della partita con lui... Poi dici, nella telecronaca Flavio sembra che conosce le cose... Ma grazie, le sa! Flavio ha la possibilità di parlare, perché conosce perfettamente D'Antoni e tanta altra gente... Flavio si può permettere di chiamare al telefono un allenatore, un general manager dell'Nba e parlare della partita che sta per commentare...

Parliamo di calcio. A Milan Channel cominci facendo questa cosa che nessuno fa, la «partita tattica» e lì io finalmente vedo i movimenti del Milan spiegati.
Io cerco di fare questa cosa perché mi piace, venendo dal basket, essendo quindi obbligatoriamente analitico, non sopporto l'idea che nel calcio questa parte sia completamente lasciata per conto suo e quindi provo a fare una cosa rivoluzionaria. A questo punto Bonan di Sky (16) dice: «Facciamo una cosa, io ho questa trasmissione di calcio mercato, vorresti qualche volta fare l'ospite?». Io dico: «Ma non so se sono all'altezza». Lui dice: «Tu vieni poi ti facciamo prevalentemente domande sul Milan». Quello che succede è che però dopo quella parte lì lui mi propone un programma la domenica, si chiama Sky in Campo, dove, per la prima volta, uno che non è un ex calciatore, ma un giornalista, viene messo di fianco ad altri giocatori...

Qual è l'esito di questa esperienza?
No, Sky in Campo fantastica, però bisogna dire che a Sky in Campo ci sono delle persone che io conosco, come Billy Costacurta, il problema qual è? Che quell'estate vengo preso da Federico Ferri, uomo molto in crescita in Sky, e mi mette a commentare stavolta la Coppa America, quindi alle due, tre del mattino e lì, purtroppo, questi qua mi propongono di andare al vertice di Sky cioè Sky Calcio Show, quindi io devo andare alla trasmissione di punta a parlare di calcio, ma non è più il mio calcio, perché non è né il Sud America, né il Milan... Io registro una puntata...

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