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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2014 alle ore 11:33.

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O si sta invece andando verso forme di compromesso fra pubblico e privato, ispirate da un italico cerchiobottismo di maniera? L'attuale bando assegna un forte ruolo ai privati, mentre il ruolo (anche propositivo) dei cittadini non vi è sufficientemente definito.
Questa iniziativa del "Gruppo di lavoro per Forte Marghera... stella d'acqua" evidenzia l'importanza della mobilitazione popolare e della creazione "dal basso" di meccanismi di discussione condivisi e democratici per stabilire il futuro degli spazi pubblici. Vorrei dunque augurarmi che la presa di coscienza che essa comporta conduca a una revisione o attuazione del bando in cui si tengano ben chiari gli obiettivi di restauro del paesaggio e di fruibilità pubblica che dovrebbero essere cari a ogni amministrazione. C'è un patrimonio di conoscenza e di passione da non sprecare: ed è la capacità di questi cittadini di riconoscere un bene comune – dal punto di vista storico, architettonico, paesaggistico e naturalistico – e di coinvolgere nella sua valorizzazione cittadini, studenti, associazioni. Le "Linee guida partecipate e condivise per il futuro di Forte Marghera", frutto di un confronto tra centinaia di cittadini senza interessi economici sul Forte, sono per la pubblica Amministrazione uno strumento prezioso di orientamento, del quale è necessario tener conto.

È a mobilitazioni come questa che pensavo raccomandando forme di azione popolare nel mio ultimo libro (Azione popolare. Cittadini per il bene comune, Einaudi, Torino 2012): le ormai quasi 30mila associazioni sorte in tutta Italia a difendere beni ambientali, paesaggi, centri urbani e opere d'arte nascono da situazioni assai diversificate, ma trovano negli alti principi della Costituzione (articoli 9 e 32) la loro radice etica, politica e civile. Perché di fronte alla corruzione delle coscienze e al degrado del paesaggio italiano, è oggi dovere del cittadino prendere la parola, e farlo in quanto cittadino, anzi farlo tanto più quanto meno si abbiano o si desiderino responsabilità direttamente politiche. Mi sia permesso di esprimere la speranza che le istituzioni, e in primo luogo il Comune di Venezia, sappiano cogliere, in un progetto prezioso e potenzialmente esemplare come Forte Marghera, le istanze di rinnovamento, di partecipazione, di afflato comunitario e di fedeltà costituzionale che permeano un'iniziativa come questa.

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