Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2014 alle ore 21:59.

My24

La prossima sarà a New York, dove l'asta verrà battuta il 4 giugno: le previsioni dicono che l'intero venduto dovrebbe superare il milione di dollari; il rinnovato interesse per i quattro di Liverpool, in questo cinquantenario americano, è notevole. Luci soffuse, sfondo nero, titolo dell'asta "lennoniano", con tipica sua storpiatura di parola. Eccoli qui, i manoscritti originali, i disegni poi utilizzati per i libri. Foglietti d'occasione, vergati su carta da lettere degli alberghi, oppure dattiloscritti su fogli a righe. Quasi sempre Lennon scrive a mano e con la macchina per scrivere usando il solo stampatello e le lettere maiuscole; il corsivo è sempre pulitissimo, minime le correzioni. Come se avesse pensato a lungo prima prendere la penna in mano (ma in alcuni casi è evidente, però, che si tratti di copie "in bella" di documenti scritti più rapidamente).

Ad aprire la mostra la prefazione di Paul McCartney: un dattiloscritto abbastanza di circostanza, che non dovette convincere troppo Maschler, visto che sul retro se ne "ipotizza" una completa riscrittura. Maschler andò poi sul sicuro, pubblicando l'originale di Paul. E quindi i disegni, le annotazioni, le parodie. In una, Lennon immagina un'indagine di Shamrock Wombls, che fa ricerche sulla morte della prostituta Anne Duffield, uccisa da Jack The Nipple (poi pubblicata su Spaniard), c'è una guida semiseria di «Liddypool» (stranamente nessuna menzione del Cavern Club), c'è, ancora, un esilarante raccontino su cose da chiedere al dentista. Figura non del tutto secondaria: John Riley, dentista di John, fu anche colui che lo introdusse all'Lsd e colui che, anni e anni dopo, avendo conservato un molare estratto dalla bocca di John lo rivendette all'asta.

Molare che fu puntualmente acquistato, per 31mila dollari (!) dal fan (dentista a sua volta) di turno. E che se ci fa capire come i collezionisti non siano proprio del tutto a posto con la testa, testimonia anche come ci siano collezionisti e collezionisti. I memorabilia sono una bella cosa (quasi sempre); un repertorio come questo, invece, aiuta anche a indagare meglio la personalità di un grande artista. E a ricostruire – filologicamente – un pezzo di cultura migliore del nostro secolo. Editoria, musica, letteratura, poesia, arti visive: un intreccio che spesso sfugge e va via mentre la vita accade, e purtroppo lo fa sempre di fretta. A bocce ferme, anche tra le vetrine di una mostra d'asta, si può riflettere meglio. Poi il battitore darà un colpo di martello e il vortice ricomincerà, ma magari il senso del tutto sarà cambiato e ne sapremo qualcosa in più di cosa siamo stati e del perché oggi siamo così. Chissà, forse. Ma la filologia serve esattamente a questo, dopo tutto. E vale anche per il pop.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi