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Sturzo, De Gasperi e la competenza prima della tessera

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Sturzo, De Gasperi e la competenza prima della tessera

Piero Gnudi doveva fare il ministro tecnico delle Infrastrutture e si è ritrovato alla guida del Turismo e delle Regioni. Va in bicicletta con Romano Prodi ed è stato l'ultimo presidente dell'Iri, era anche amico di Nino Andreatta, ma non ce lo vedevo come storico della Dc e dei cattolici popolari. Non immaginavo che Luigi Sturzo, Giuseppe Dossetti e Alcide De Gasperi fossero tra le sue letture preferite. Fatto sta che è proprio lui a consegnarmi un carteggio tra Sturzo e De Gasperi dell'ottobre del '46 che aiuta a capire la tempra e lo spirito degli uomini che animarono il dopoguerra italiano (edizioni Rubbettino, autore Sergio Zoppi). Sturzo ha saputo da un altro notabile dc, Piccioni, che i nomi segnalati per la presidenza dell'Iri sono quelli di Fanfani e di Sinigaglia e vuole fare sapere la sua opinione a De Gasperi. Prende carta e penna e scrive: «Non conoscendo né l'uno né l'altro non avrei diritto a segnalarti le mie preferenze. Ma tra un professore che non mi pare abbia avuto esperienza pratica e un uomo che viene dall'industria (se è degno ed è forte) io non esiterei per il secondo. Ma se nessuno dei due è capace, io preferirei un tecnico anche se non sia democristiano, a una persona più o meno figurativa. Dall'Iri dipende gran parte della situazione interna d'Italia». Non furono nominati né l'uno né l'altro ma Sinigaglia legò il suo nome alla grande stagione siderurgica dell'Iri unendo capitale pubblico e risorse private in un unico grande disegno industriale. Illuminante il discorso che, qualche anno dopo, nel giugno del '49, tiene sempre De Gasperi al congresso nazionale della Dc a Venezia. Questa volta il leader dc trentino fa esplicito riferimento «all'azione esterna di pungolo» di Dossetti ma mostra di aver fatto tesoro delle precedenti indicazioni di Sturzo. Ascoltiamolo: «...però la competenza tecnica è necessaria e non sempre disponibile come la tessera del partito...il Paese oggi ha il diritto di sapere che secondo il nostro sistema non è la tessera politica quella che decide quando si tratta di posti di competenza: e i nostri devono sapere che alla tessera intesa come concezione di vita, bisogna aggiungere la competenza. Fortunati noi, se le troveremo associate». Sono passati oltre sessant'anni ma il Paese ha bisogno della stessa politica con la P maiuscola. Quella che mette la competenza prima della tessera.
roberto.napoletano@ilsole24ore.com
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