Cultura

Vecchie e nuove macerie nel Paese che non parla ai giovani

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Vecchie e nuove macerie nel Paese che non parla ai giovani

Sono arrivato a Capri l'ultimo sabato di ottobre a metà pomeriggio e sono ripartito domenica dopo pranzo. Mancavo da un po' e avevo dimenticato l'incanto delle ottobrate capresi: piazzetta e stradine poco affollate, sole caldo e clima mite, la quiete insolita di Punta Tragara restituisce gli odori dell'isola e pare quasi di toccare mare e Faraglioni. Ad accogliermi c'è Eugenia, moglie di Roberto Ciuni, maestro di giornalismo e cittadino benemerito di Capri, che mi consegnerà un premio dedicato al marito e mi consentirà di ricordare che il «FATE PRESTO» dell'ex direttore del «Mattino» nei giorni bui del terremoto dell'Irpinia (paesi e persone isolati sotto il peso delle macerie) ha ispirato il nostro «FATE PRESTO» del novembre 2011 (risparmio a rischio e lavoro in fumo le nuove macerie). Intorno a Eugenia tanti amici cari, il ricordo degli anni più belli che sono quelli dell'inizio a Napoli di questo lavoro, emozioni, curiosità e fatti vissuti sull'isola che appartiene al mondo ma a me regala una sensazione di casa. Anna Maria Boniello, molto più della corrispondente da Capri del «Mattino», mi prende sottobraccio e dice: «Hai voglia di sentire una storia di questi nostri tribolati giorni?» «Perché no, prego» «Allora senti, ho sei nipoti tutti bravi e tutti senza un lavoro vero in Italia. Francesco ha fatto l'esame di praticante come avvocato ma per portare qualcosa a casa fa il maestro di tennis. Mariano si è laureato in amministrazione dei beni culturali a Napoli e ha fatto la specialistica alla Ca' Foscari di Venezia, al momento si arrabatta con un part time stagionale di quattro ore al giorno in una galleria d'arte a Capri. Simona, laureata in lingue, ha finito un corso di formazione e si è messa sul mercato alla ricerca di un impiego. Anna Chiara, laureata in filosofia, bilingue, ha girato il mondo con esperienze a Londra e in Belgio. Giulio si è laureato in ingegneria delle telecomunicazioni e ha scelto la strada di Berlino. Claudio studia economia alla Luiss a Roma. Dimenticavo il primo dei sette nipoti, si chiama Teodorico, lui il lavoro ce l'ha ma in casa, nello studio di avvocato del padre». Prende fiato Anna Maria e prosegue: «Guarda me, ai miei tempi, con un diploma di scuola alberghiera pensa quante cose ho potuto fare, ora ti impegni, studi, tutto al massimo, e non fai niente». Vado con lei e altre due coppie di amici a Villa Verde a ora di pranzo, ci serve Umberto Lembo. Anna Maria gli chiede dei figli. Questa la risposta: «Una, Gaia, fa il broker assicurativo alle Bermuda, Daniela fa il manager con Berluti a Londra, Serena lavora da Kiton sempre a Londra, Pierluigi studia alla London School of Economics e ha fatto il liceo linguistico a Napoli. Qui siamo rimasti io, che porto sempre i piatti a tavola, mia moglie e il cane Igor». Perfino dall'isola più bella e ricca d'Italia la prova che il nostro Paese non è più capace di parlare ai suoi giovani. Se non vuole morire deve tornare a farlo in fretta.
roberto.napoletano@ilsole24ore.com
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