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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 20:16.
L'ultima modifica è del 19 aprile 2014 alle ore 10:14.

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- Senta ma oltre che dai racconti della nonna ecco da che cosa è formato il bagaglio della memoria all’interno del quale lei pesca per costruire il racconto?

Io direi che la memoria costituisce il 99% del materiale del racconto se si vuol fare una statistica. In realtà, almeno per quanto mi riguarda, l’immaginazione a me serve solo per modellare, lavorare, sfruttare e arricchire la memoria.

- Ah quindi molto più memoria che immaginazione?

Non c’è una sola riga dei miei libri che non abbia un aggancio con la realtà , che non sia custodita nella memoria. Le dirò di più, se mi viene in mente qualcosa per un libro, o se mi vengono in mente dei racconti come succede tutti i giorni io non prendo mai appunti, li lascio lì nella memoria. Quelli che dimentico si vede che non mi interessavano veramente, quelli che rimangono, insistono, insistono e persistono sono quelli che io considero e a cui dedico attenzione. E arriva un momento in cui hanno insistito tanto che li metto da parte e incomincio a lavorarci sopra. E a questo punto, l’unica cosa che faccio, è modellare questo materiale della memoria. L’immaginazione occupa davvero poco spazio nel mio lavoro.

- Il fatto per esempio che lei ha conosciuto sua madre quando aveva già sette anni, che cosa ha significato per lei nella vita?

Io non sono un freudiano. Tutto quello che è rimasto è l’immagine di una donna degli anni ’30 che ricordo molto bene e che appare nei miei libri con molta frequenza. Ha avuto molto a che vedere con il nostro rapporto. Un rapporto che si è instaurato con lei quando avevo già l’uso della ragione. E’ un po’ come se uno nascesse con l’uso della ragione. E’ come se io fossi nato con l’uso della ragione. E questo ha fatto sì che il rapporto fra me e lei sia un rapporto completamente diverso da quello filiale.

- Senta e di suo padre che rapporto ha?

All’inizio è stato un po’ difficile. Non riusciva a spiegarsi perché volevo essere uno scrittore anziché dedicarmi a un mestiere lucrativo. Quando io gli dissi che abbandonavo gli studi perché volevo essere uno scrittore lui mi rispose ‘mangerai carta’. Da allora sto mangiando carta e non ha un cattivo sapore.

- Ma è una carta che rende perché infatti volevo dirle lei ha fatto tanta fame nella sua vita, all’inizio quando mangiava solo carta poi è diventato molto ricco, ecco cosa le è rimasto di più della fame vera,? Se le è rimasto qualcosa

Purtroppo la fame individuale si dimentica molto rapidamente. Si dimentica con una bistecca e con la stessa bistecca si allevia sia la fame di un giorno che quella di un anno. La fame si dimentica subito dopo aver mangiato, per cui non ho il ricordo della fame come di un passato drammatico.

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