Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2014 alle ore 15:42.

My24

Quel minchia, signor tenente cantato con cadenza para-sicula a Sanremo nel '94, ancora un brivido d'orrore nazional popolare per le stragi di Capaci e di via D'Amelio, segnò una svolta nel raccontare i nodi mai sciolti del nostro Paese e cambiò l'orbita della carriera di Giorgio Faletti, 63 anni, morto oggi alle Molinette di Torino dopo avere combattuto e perso la battaglia contro un tumore.

Prima, negli anni '70, c'erano stati i palcoscenici del cabaret milanese, il ridanciano e godereccio Drive in di Antonio Ricci, le maschere grottesche e francamente vacue della tv anni '80 – oggi semanticamente rielaborate nelle facce del Grande Cambiamento del Paese – le comparsate negli sceneggiati e prove d'autore come paroliere e cantante. Sembrava che Faletti avrebbe seguito il copione dei suoi compagni di battute e strizzatine d'occhio. Altre comparsate, sceneggiati, varietà, quiz. In fondo la struttura portante dell'intrattenimento nazionale. Invece, minchia, signor tenente, a Sanremo. Faletti si piazzò secondo, dietro Aleandro Baldi e il suo Passerà. Ma sarà premiato dalla critica. E' questa la vera svolta e la bravura di Faletti. Ha saputo utilizzare canoni e linguaggi per trasmettere al "grande pubblico" le emozioni della storia irrisolta del nostro Paese, delle ombre e degli intrighi. Faletti ha contribuito a omologare la scrittura "alta", quella più attenta ai mutamenti e alle cronache, alle pratiche culturali "basse": nasce quella lingua (e quei pensieri) della medietà che continuano a raccontare il Paese.

E' questa capacità di indagare con leggerezza la superficie dell'orrore che Faletti trasferisce sulle pagine del suo vero esordio letterario: Io uccido (Baldini & Castoldi 2002). Un trhiller che ha venduto più di 4 milioni di copie. Faletti sa quali tasti suonare e compone per la pagina scritta altri successi di pubblico e di cassetta: Niente di vero tranne gli occhi, (B&C 2004) Io sono Dio (2009), Da quando a ora (Einaudi 2012) sino a Appunti di un venditore di donne, da poco pubblicato ancora per Baldini & Castoldi. Milioni di copie vendute, amato in tutto il mondo, sopportato dalla critica. Giorgio Faletti ha fatto bene il suo. Ha sviluppato un metodo, ha fatto scuola. La critica deve ancora comprendere quali corde profonde ha saputo toccare Giorgio Faletti e, specularmente, interrogarsi sulla maturità culturale del nostro Paese. Adesso che Giorgio Faletti è morto, è tempo di indagare con rispetto e ammirazione le ragioni del suo successo.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi