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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2014 alle ore 08:14.

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Nel Regno Unito si ricorda con riconoscenza non solo la sua attività come direttore della galleria nazionale che tenne aperta di persona sotto le bombe ma anche il suo lavoro promozionale per l'arte inglese. Clark non solo scrisse su quasi tutti i protagonisti suoi coetanei ma aiutò finanziariamente molti fra loro soprattutto Henry Moore e Graham Sutherland, e indirettamente Lucian Freud (non si interessò, però, a Francis Bacon). Altri ancora, come Paul Nash e Victor Pasmore, forse oggi piacciono meno. Io, personalmente, non sono un grande ammiratore dei pittori di Bloomsbury come Vanessa Bell e Duncan Grant preferendo di gran lunga l'aspetto letterario di quella corrente artistica e intellettuale che include scrittori della categoria di Virginia Woolf e Lytton Stratchey.
Verso la fine degli anni Sessanta Lord Clark divenne un divo della BBC ideando e scrivendo una serie fortunatissima di programmi che ebbe per titolo Civilisation. A Personal View. Anche questa volta fu un trionfo e ancora oggi continuano a vendersi sia il volume sia la raccolta dei quattro lunghi dvd originali. Gli ho comprati e nonostante essi risalgano ad un'epoca molto diversa da quella in cui viviamo e la visione aristocratica che qua e là è davvero troppo personale, il risultato resta straordinario. Le capacità comunicative di quell'uomo talvolta sdegnoso ma sempre intelligente vincono ancora e quel che diceva è quasi sempre più commovente che irritante. Era davvero il primo della classe.
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Kenneth Clark: Looking for Civilisation (a cura di C. Stephens e J. P. Stonard) Londra, Tate Britain fino al 10 agosto. Catalogo British Library

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