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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2014 alle ore 19:04.
L'ultima modifica è del 06 luglio 2014 alle ore 19:22.

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Il baffo di Luciano Gigliotti non tutti lo conoscono: gli piaceva stare dietro le quinte e far parlare i risultati. Allenatore di atletica, ha portato tanti ragazzi a traguardi impensabili prima del suo metodo di allenamento, prima delle sue convinzioni. Qualche nome? Gelindo Bordin e Stefano Baldini sono figli suoi: l'oro del primo, conquistato a Seul 1988, e quello dell'altro, ad Atene 2004, portano la sua firma. È così che è diventato l'allenatore degli unici due successi italiani nella storia della maratona.

Un maestro, un guru, un genio. La sua storia è raccontata in "Mi chiamavano Professor Fatica. Vita, segreti e tabelle del più grande allenatore di maratoneti", a firma dello stesso Gigliotti e del giornalista Claudio Rinaldi, caporedattore della "Gazzetta di Parma". Pagine ricche di curiosità, aneddoti, sentimenti, attraverso l'infanzia dolorosa con un padre ucciso in una foiba, la famiglia sfollata dal Carso a Modena, la gioventù tra scuola e rugby, l'Isef, la folgorazione per l'atletica, la vocazione da allenatore, le nove Olimpiadi, i trionfi nel fondo e nel mezzofondo a dispetto di africani forti, veloci, resistenti, solo apparentemente imbattibili. Storie accompagnate da una bellissima galleria fotografica, dalle tabelle, dai programmi di allenamento delle ultime tredici settimane dei due ori olimpici, e arricchite dalle interviste a quelli che "il Prof", come tutti lo chiamano, definisce "I miei capolavori": Bordin e Baldini, ovviamente, ma anche Maria Guida, oro nella maratona agli Europei di Monaco di Baviera 2002, e Alessandro Lambruschini, bronzo olimpico ad Atlanta 1996. Ci sono anche le testimonianze di altri campioni e dei compagni di viaggio del grande allenatore: Carlo Grippo, finalista negli 800 metri a Montreal 1976, Vittorio Fontanella, quinto nei 1500 metri a Mosca 1980, il medico Pier Luigi Fiorella e il tecnico, già allievo e collaboratore del professore, Gian Carlo Chittolini. Interviste dalle quali esce forte tutta la riconoscenza nei confronti di un tecnico autorevole, umano e vincente. Portava al top i suoi atleti nel giorno che contava: mai un giorno prima dell'appuntamento importante, mai un giorno dopo.

A raccomandare il libro, è Enrico Arcelli, professore, medico sportivo, autore di vari best seller sulla corsa, che dice: «Questo libro, scritto in modo molto piacevole e tanto scorrevole quanto la corsa di Bordin nell'Olimpiade sudcoreana o, anzi, del più rilassato dei corridori keniani, va letto da tutto il mondo dell'atletica». Se lo stile è questo è merito di Rinaldi. Autore di vari libri, ha scritto con Paolo Brera la biografia di Gianni Brera («Il mio mito: se ho deciso di fare il giornalista è perché lui scriveva come scriveva») e curato la voce "Gianni Brera" per il Dizionario biografico degli italiani della Treccani; è inoltre l'autore, insieme al cardiologo Massimo Gualerzi, di "Supersalute. 7 mosse per dimagrire, restare sani, contrastare l'invecchiamento". Ora il volume su Gigliotti: «Per me - dice - è una soddisfazione aver raccontato la vita e i trionfi di un grande uomo di sport. Il Professor Fatica è un allenatore straordinario, ma anche una persona perbene, pulita, onesta. Coerente, sempre. Tecnicamente, è il numero uno: ha saputo ottenere il massimo da tutti gli atleti che ha allenato. Curando gli aspetti tecnici ma anche il rapporto umano. Autorevole e perciò molto rispettato, mai autoritario. È incredibile l'affetto che hanno per lui tutti quelli che lo hanno conosciuto, non solo i suoi campioni».

Campioni che si mostrano sotto una luce inedita: il Bordin che non si stanca mai, nonostante qualche sigaretta, un paio di bicchieri di vino, non poche notti brave, la Guida che si ostina a nascondere al suo allenatore gli acciacchi, il Baldini ostinato, il Lambruschini, marito di Cristina (una delle figlie del "Prof"), che loda, oltre al tecnico, anche il suocero. C'erano tutti, oggi pomeriggio, a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, per la festa degli 80 anni di Gigliotti, organizzata dai suoi amici di sempre. L'occasione migliore per presentare questo libro dentro il quale c'è l'atletica della fatica, del sudore, dell'acido lattico, delle tabelle costruite non solo sullo sportivo, ma anche sull'uomo. L'atletica del doping dei chilometri, non delle farmacie. Per chi vuole far passare il messaggio che si può vincere solo col doping, c'è sempre la stessa risposta del professore: «Balle, balle, balle». Sul doping, non c'è mezza misura: «Per me – scrive Gigliotti - uno potrebbe essere scoperto a barare una volta sola, per il semplice motivo che sono per la squalifica a vita». Niente perdono, niente seconda chance.

Mi chiamavano Professor Fatica
di Luciano Gigliotti e Claudio Rinaldi
Ediciclo editore
224 pagine, 16 euro

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