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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2014 alle ore 08:14.

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Per alcuni anni il suo volto affascinante e la sua potenza di danzatore speciale si sono abbandonate alla coreografia di William Forsythe. Ora abbiamo ritrovato il tibetano Sang Jijia, attivo a Pechino, alla testa della City Contemporary Dance Company di Hong Kong, autore del già premiatissimo As If To Nothing. Un progetto debitore a Forsythe per le modalità multimediali e il tema prescelto, – la memoria –, ma lontano dalle strategie poetiche del maestro americano. Investito da un grande successo all'Opera di Firenze (dopo il debutto assai positivo della Carmen di Davide Bombana, il direttore di Mag.Da e in attesa dell'ultimo exploit di fine luglio del suo ex-MaggioDanza), As If To Nothing ha premiato, con una vistosa affluenza di pubblico, la collaborazione tra la storica vetrina fiorentina e il festival «Fabbrica Europa». Adagiata sull'ampio spazio scenico, la coreografia di Sang Jijia, con le sue proiezioni, e i quattordici danzatori brulicanti per ogni dove, – e concentratissimi nello spostare pannelli bianchi, tavoli, casupole –, si poteva idealmente toccare.
Tutto comincia da una folle concitazione: in costumi grigi e casual, gli interpreti urlano, si disperano, cercano qualcosa. La musica, del cinese Dickson Dee, anche modulata in tempo reale, rincorre le loro perdite: quando restano in scena piccoli drappelli, quando l'ensemble viene intrappolato tra le pareti candide come le quinte. Da martellante e fremente, questa musica, sa farsi lirica in un attimo e, proprio come le proiezioni live, (di Adrian Yeung), crea un doppio, o triplo, ambiente. Esempio? Un danzatore appare alla finestra di una casupola ma lo si vede affacciato anche accanto a un "se stesso" da un'altra prospettiva. È un effetto video ripetuto pure il penetrare della macchina da presa laddove lo sguardo del pubblico non arriva: lotte e cadute a terra avvampano di nascosto... Non c'è dolore apparente, ma può essere che una danzatrice alla finestra sorrida, magari dopo un passo a due amoroso, e che il volto di lei, proiettato di sbieco, assuma ben altra espressione.
Forse non sarà sempre chiaro che As If To Nothing ha a che fare con la memoria. In The Room As It Was (ispirato a Virginia Woolf) il geniale Forsythe era riuscito davvero ad acchiappare i ricordi nel movimento, applicando alla coreografia l'Identity Mapping, un sistema matematico. Sang Jijia non giunge a tanto. Ma grazie ai superlativi titolari della compagnia di danza più importante di Hong Kong, offre un pezzo astratto, originale e fresco (nonostante qualche "buco" coreografico) per come sa pizzicare la fantasia di chi guarda con immagini oniriche, schiacciate in una calda semioscurità, capaci di deformare i corpi, o di esaltarli. Spesso il suo bel movimento trasuda il sapore salato del pianto: un uomo si affanna, una donna vibra da ferma, e il suo viso è più che tragico (signori, sembra suggerire Jijia, siamo comunque in Cina...).
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As If To Nothing, San Jijia/CCDC Hong Kong, Opera di Firenze; Firenze Danza By Mag. Da 26-30 luglio

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