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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2014 alle ore 10:55.
L'ultima modifica è del 07 luglio 2014 alle ore 11:35.

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Milano ospita fino al 9 luglio, presso la il Centro Congressi di Fiera Milano City, il "9° Fens Forum of Neuroscience", conferenza biennale della Federazione Europea delle Neuroscienze, con la partecipazione di oltre 5000 ricercatori da tutto il mondo. È tradizione che durante questo evento importante i cittadini della città che ospita il Forum possano incontrare liberamente i più importanti neuroscienziati internazionali per discutere dell'apporto delle neuroscienze ad alcuni aspetti rilevanti per la vita e la conoscenza dell'uomo.

Per l'incontro con la città l'Università di Milano, Dipartimento Biometra, ha organizzato per martedì 8 luglio un evento incentrato su due temi che fortemente possano interessare la città anche per il contributo che essa ha dato nella sua storia: l'Empatia (ore 18,30) e Bellezza nell'architettura (ore 20,30) . Entrambi gli eventi saranno nella sale conferenze di Palazzo Reale a Milano.

L'empatia è la capacità di una persona di capire e sperimetare i sentimenti emotivi di un'altra persona e di poter quindi entrare più facilmente in dialogo. L'empatia emozionale e cognitiva è uno degli aspetti più importanti sui quali si fonda, e mantiene il dialogo tra individui e, quindi, una corretta convivenza sociale basata sulla crescita reciproca. In questi ultimi anni le neuroscienze hanno cominciato ad intravedere le basi scientifiche che permettono di indagare questo fenomeno complesso e quindi di approfondirlo in modo più ravvicinato ed "asettico".

Di questo parleranno Gilberto Corbellini e Francesco Clementi interrogando il prof. Giacomo Rizzolatti lo scopritore dei neuroni a specchio, scoperta definita la più interessante delle neuroscienze cognitive negli ultimi 10 anni anche per i suoi risvolti nella comprensione del comportamento sociale umano.

Nella seconda parte della serata neuroscienziati, il prof, Semir Zeki di Londra e Rizzolatti di Parma, ed architetti, Aldo Vanini, Stefano Boeri, Goncalo Byrne e Ferreira Nunes, sempre stimolati da Gilberto Corbellini si interrogheranno su perchè solo da poche migliaia di anni l'uomo ha sviluppato la capacità creativa e realizzativa della costruzione di artefatti che si staccano dai rifugi naturali con un carattere artificiale non riscontrabile in natura. Che rapporto c'è tra estetica e utilità. Hanno esse dei risvolti nel funzionamento della mente umana? Perchè la mente umana reagisce in modo positivo o negativo a particolari strutture formali a prescindere dalla formazione culturale dell'osservatore? Perchè nella trasformazione del paesaggio l'uomo molto spesso trasforma la natura con pattern artificiali che si rifanno a schemi utilizzati anche nell'architettura degli edifici? Lo scoprire l'hardware del nostro cervello e le connessioni dei suoi centri ci può illuminare sul perchè costruiamo edifici e paesaggi in un determinato modo? E ancora l'empatia di cui prima abbiamo parlato può avviarci ad una architettura più veramente umana?
L'ingresso è libero al pubblico e le discussioni saranno in italiano con traduzione degli interventi in inglese.

Sala delle conferenze, Palazzo Reale, Piazzetta Palazzo Reale 14

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