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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2014 alle ore 13:27.

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Specialmente interessante è il corpo centrale della residenza, dove erano gli appartamenti imperiali, divisi tra l'appartamento di monsieur e quello di madame. Al piano terreno essi sono separati dalla grande cenatio pentagonale – non sembra la cenatio rotunda di Svetonio –, con salone principale, quattro triclini minori e un ninfeo. Gli appartamenti sono composti da un cubiculum con alcova per il letto e da una saletta o oecus. Sul retro buio sono appartamenti e stanze di servizio. Al piano superiore i due appartamenti imperiali si aprivano invece su un terrazzo triangolare, dove si poteva banchettare anche all'aperto, con vista sul teatrale ninfeo che ornava il retro del Tempio del Divo Claudio (il più grande monumento di Roma del tutto sconosciuto). Essi sono composti da cubicula, oeci, exedrae, piccoli peristili e corridoi. Dietro a essi erano due portici per passeggiare e una lunga piscina, che nutriva la cascata per il sottostante ninfeo. Se la cenatio al piano inferiore rappresenta la sala più importante, gli appartamenti di sopra svelano il modo di vista più intimo e piacevole del principe, per cui sarebbe importantissimo dar loro valore.

Privati e aziende italiane, partecipando al restauro, ai servizi e al racconto di questa meraviglia di Roma, potranno avvalersi del nuovo vantaggio fiscale da poco varato. Così renderanno sé stessi famosi nel mondo e compiranno un atto di straordinaria pubblica liberalità. La residenza della domus Aurea sull'Oppio potrà rappresentare un'attrazione culturale pari a quella del Colosseo, nell'anello superiore del quale potrebbe essere illustrata l'altra residenza, conservata solo per indizi, oltre la storia dell'anfiteatro stesso. Raccontare i propri monumenti non è la missione universale che la storia ha assegnato all'Italia?

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