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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2014 alle ore 08:15.

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Avevamo parlato al telefono con Giorgio Gaslini due mesi fa: la sua chiamata era il ringraziamento per la recensione al suo ultimo cd. Ma l'ultima volta in cui ci fu dato di vederlo e abbracciarlo risale a tre anni or sono, al Teatro Fraschini di Pavia, in una serata dedicata all'improvvisazione strumentale. Salirono sul palcoscenico molti giovani e giovanissimi solisti; era previsto che Gaslini fosse il penultimo. Gli era stata assegnata mezz'ora di tempo. Poco prima di mezzanotte, Gaslini aggredì un nobile e cagionevole pianoforte e si lanciò ad occhi quasi chiusi, con un'ombra di enigmatico sorriso sul volto di leone segnato dall'età (da vicino: da lontano, gli anni sbiadivano). Alle due della mattina era ancora alla tastiera, più travolgente, inventivo e inarrestabile che mai. Senza esagerare: fu indispensabile quasi staccarlo di forza e accompagnarlo dandogli il braccio, poiché era ancora in "quella" sfera e continuava ad artigliare l'aria con le dita.
Giorgio Gaslini è salito proprio in quella sfera venerdì 28 luglio, nell'ospedale di Borgotaro (sulle pendici preappenniniche in terra di Parma), dove era ricoverato in seguito a una caduta. Aveva quasi 85 anni: era nato a Milano martedì 22 ottobre 1929. Era diciassettenne nel 1946, anno che segnò l'avvio della sua presenza e operosità di musicista "totale": pianista, compositore, didatta, filosofo della musica, compagno di strada e alfiere d'innumerevoli giovani amanti della musica. Dal suo immenso lascito,chiunque ammiri la sua arte è costretto a riassumere e a scegliere in un resoconto necessariamente fulmineo, sospinto dalla repentina urgenza di una triste notizia. Noi riascolteremo di lui ciò che più ci affascina: l'opulenza sonora e la seduzione della cantata Il bosco di Beuys per baritono, piccolo coro femminile, clarinetto, violoncello, pianoforte, percussioni: Beyond the River, per flauto solo e 10 strumenti; Blue Symphony; la "liederistica" gasliniana, il Song Book (100 "songs"), il Lieder Book (30 Lieder) distinto in 3 cicli, Aria, Terra, Tempo.
La nostra passione per il cinema non può non privilegiare le memorabili colonne sonore: per La notte (1961) di Michelangelo Antonioni, per Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della Squadra Mobile (1972) di Roberto Bianchi Montero, per Le Cinque Giornate (1973) e Profondo rosso (1975) di Dario Argento, e altre sovente superiori alla qualità della pellicola.
Gaslini non è stato un musicista jazz gradualmente "convertito" a un mélange con la musica "colta"… quale goffaggine linguistica e concettuale. Amò da ragazzo, studente di Conservatorio e avente fra i maestri Calo Maria Giulini, sia la musica forte di tradizione, sia quella particolare musica forte e a volte fortissima che è il jazz. La sua posizione non fu "una via di mezzo": fu la sua grande mano che accolse e coprì l'una e l'altra area di invenzione del suono. Forse unico fra i musicisti italiani, poté a buon diritto rivendicare come propria l'idea che è nel titolo del libro da lui scritto nel 1975 per Feltrinelli, Musica totale, poi tutto compreso all'interno del nuovo libro, Il tempo del musicista totale (Baldini, Castoldi e Dalai, Milano 2002). Obbligatorio leggerlo.
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