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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2014 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 10 agosto 2014 alle ore 13:54.

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Girò il film con un'"attitudine rabbiosa", facendo ripetere le scene anche 35 volte: il furore gli veniva da una cocente delusione d'amore, dato che la prim'attrice – di cui era invaghito – flirtava con il suo aiutoregista, un tale Dino Risi. Il geloso, invece, era Mario Soldati e lei Alida Valli. Eppure, nonostante le scaramucce sentimentali sul set, il regista affermò che «a conti fatti, Piccolo mondo antico è il mio film migliore». Ne viene ora pubblicata la sceneggiatura originale, a cura di Alberto Buscaglia e Tiziana Piras, con tanto di analisi comparata tra script e girato, saggi critici e storici sulla genesi delle due opere (il romanzo di Antonio Fogazzaro è del 1895, mentre la pellicola del 1941) e una ghiotta raccolta di testimonianze inedite.
Il lettore può così felicemente figurarsi un altro film nel film, i cui protagonisti sono i quattro giovani e scapigliati sceneggiatori, in ritiro sul lago di Como a discutere di soggetto, inquadrature, dialoghi… Ecco Mario Bonfantini, Emilio Cecchi, Alberto Lattuada e Soldati stesso attovagliati nella sala da pranzo di una villa di Volesio, scelta da Carlo Ponti (29enne, al suo debutto come produttore cinematografico) come sede della pre-produzione.
Benché il libro di Fogazzaro fosse considerato «uno dei più vivi, dei più moderni, e cioè dei più cinematografici», la sceneggiatura apportò sostanziali tagli, sfrondando innanzitutto il tema religioso. Viceversa furono esacerbate le scene di guerra, che avrebbero dovuto rimandare al conflitto mondiale da poco scoppiato; insistendo, poi, sui sentimenti patriottici e antiaustriaci, il cineasta voleva girare «un film profondamente antifascista. Vi compariva per esempio la battuta "Viva la libertà" che fu tagliata dalla censura… La scena della perquisizione, nella sua violenza, era copiata non dal testo di Fogazzaro, ma da un'analoga irruzione della polizia fascista, una perquisizione alla quale io avevo assistito personalmente, trovandomi ospite nella casa di Carlo Levi a Torino».
Il regime edulcorò non poco la pellicola in fase di post-produzione; pertanto, i curatori trattano questo canovaccio come «un disegno preparatore per il pittore, o i suoni nella mente di un musicista che cerca una melodia ai tasti di un pianoforte», non come un granitico e immodificabile progetto artistico. Comunque, a margine della sceneggiatura e del mestiere di scrivere, è il mestiere di vivere che interessa. Ricorda Lattuada: «Ponti l'ho incontrato nel più elegante bordello di Milano… In attesa della scelta delle ragazze, attaccammo a chiacchierare. "Perché il cinema lo fanno solo a Roma?". "È quello che vorrei sapere anch'io". "Io voglio fare il cinema a Milano. Mettiamo su un gruppo milanese e cominciamo a fare il cinema anche qui"». Leggasi: in Lombardia, non nella casa chiusa.
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Piccolo mondo antico, il film di Mario Soldati. Dalla sceneggiatura allo schermo, a cura di Alberto Buscaglia
e Tiziana Piras, New Press,
pagg. 304, € 24,00

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