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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2014 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 10 agosto 2014 alle ore 13:54.

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«Il più grande piacere che puoi fare a un povero è dargli un giardino da coltivare», diceva un filantropo vittoriano, certo che per tenere un popolano lontano dal pub e dal gin il modo migliore era dargli un pezzo di terra da zappare. E lo stesso pensava Elisabetta I, la quale stabilì per legge che ogni nuovo cottage dovesse avere almeno 4 acri di terra annesi. «Siamo una nazione di giardinieri, ma come siamo arrivati a questo punto?».
È la domanda cui risponde la britannica Margaret Willes (tra l'altro responsabile delle pubblicazioni del National Trust), in questa documentatissima storia del giardinaggio in Gran Bretagna raccontata dal punto di vista più insolito: quello della classe lavoratrice e degli inglesi più poveri. Insolito perché il giardino all'inglese che siamo abituati a pensare è quello delle magioni aristocratiche dei libri della Austin, dei parchi londinesi di sua Maestà e delle case vittoriane del centro di Londra che affidano a veri e propri professionisti la cura dei loro giardini privati, chiusi a chiave con cancellate e inaccessibili al pubblico.
Questa invece è la curiosa storia di come un popolo di minatori e operai, di soldati e rudi combattenti, si intenerisca per una violacciocca e si strugga per una rosa rampicante. Un viaggio a ritroso di quattro secoli, alla ricerca delle radici di questa passione per i giardini, che è anche la storia sociale di un popolo. Si scopre così che le donne del popolo coltivavano piante medicinali perché nessuno poteva permettersi un consulto dal medico, almeno fino alla nascita del Servizio Sanitario Nazionale nel 1948.
E che anche i più poveri coltivavano fiori e non solo vegetali e ortaggi e frutta da mangiare. Una passione tramandata nei geni ma anche a parole (perché molti erano analfabeti), con filastrocche o canti popolari. «La gloria di un giardino glorifica ogni uomo», scriveva Kipling. Alla fine si capisce un po' di più come nasce il rispetto per il verde e il senso civico tipico degli inglesi.
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Margaret Willes, The Gardens of the British Working Class, Yale University Press, pagg. 414, £ 23,99

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