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Questo articolo č stato pubblicato il 17 agosto 2014 alle ore 08:14.

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Macro-strutture cosmiche e micro-sistemi biologici. Questi i due poli su cui, da una decina d'anni, s'impernia il lavoro di Tomás Saraceno, architetto-artista nato in Argentina nel 1973 e rappresentato dalle gallerie Andresen's Contemporary di Copenhagen, Tanya Bonakdar di New York, Ester Schipper di Berlino e Pinksummer di Genova.
Il Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova, proprio grazie al supporto di Pinksummer, oltre che dei Friends of Villa Croce e Giovanna Fallabrini e ai sostenitori del museo con Palazzo Ducale capofila, ospita l'italo-argentino con la mostra «Cosmic Jive: Tomás Saraceno. The Spider Sessions», prorogata fino al 2 novembre (ingresso gratuito, orari e info su www.museidigenova.it).
Curata da Luca Cerizza, che da anni segue l'artista e insegna alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, con Ilaria Bonacossa, direttore artistico di Villa Croce, piů che una mostra tradizionalmente intesa, č un'installazione sonora interattiva. Il cuore dell'esposizione, al piano nobile della villa ottocentesca, vede protagonisti due ragni intenti a tessere le loro spettacolari tele. Nel buio assoluto, il visitatore č accompagnato dai custodi armati di torcia nelle sei stanze, delle quali solo due «espongono», nel senso piů o meno tradizionale, le due ragnatele al centro e ad altezza uomo. Nelle altre hanno solo suoni trasmessi da casse contrapposte che reagiscono a dei sensori: il suono si attiva con il passaggio o il vociare dei visitatori. Che entrano cosě, da comprimari attivi, su questo palcoscenico insolito dove l'arte non č esibita, ma č convissuta, nel suo farsi. Un'esperienza multisensoriale, quindi, visto che anche il buio e la poca luce che entra da piccoli fori alle finestre, come stelle di un firmamento, stimolano un rapporto percettivo innaturale. I suoni, elaborati da musicisti e ingegneri elettronici, che insieme a biologi e architetti fanno parte del Saraceno Studio, sono la combinazione di vibrazioni emesse da alcune specie di ragni. Ovviamente amplificate, contribuiscono a ingigantire il ruolo di quel piccolo animale, capace perň di creare, in solitudine, un elemento dall'architettura fantastica. Quasi magica. Formalmente vicina alle strutture o mega-strutture sospese, come «Iridiscent Planet», ora nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale dove ha sede la galleria Pinksummer, la ragnatela č ancor piů esplicita nel dichiarare che la creazione artistica č un'idea passata, un retaggio romantico che non ha retto agli scossoni del Novecento. L'opera č nel suo farsi: processo, elaborazione, trasformazione.
La bellezza delle ragnatele, illuminate sapientemente da un lato, č notevole. Ma la mostra non lascia che ci si fermi alla mera contemplazione visiva di quella magia. La ragnatela, centrale per Saraceno anche nelle installazioni per la Biennale di Venezia del 2009 e alla Bonniers Konsthall di Stoccolma l'anno dopo, č polivalente. L'artista vi legge implicazioni architettoniche, ingegneristiche, sociali, cosmologiche e simboliche. Saraceno ci porta a osservare il ragno nel suo mondo e cosě a riflettere,se non mettere in discussione, la vita sulla terra, le barriere geografiche, i nostri modelli abitatiti e sociali. Una nuova proposta visionaria alla ricerca di un altrove, questa volta sotto forma di suoni curiosi e fili sottili.
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