Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2014 alle ore 08:13.

My24

L'esperienza di una vita trascorsa sulle tracce delle civiltà sepolte – o più propriamente "interrotte" – della Mesopotamia fa di Giorgio Buccellati uno studioso tra i massimi esperti internazionali del "paese delle quattro rive" (due del Tigri e due dell'Eufrate). Milanese d'origine con studi in Lettere classiche alla Cattolica, si specializza in Austria, perfeziona a New York, poi a Chicago approfondisce la filologia orientale e l'archeologia. Oggi è professore emerito alla Ucla di Los Angeles dove per anni ha insegnato e dove, nel 1973, ha fondato l'Istituto di archeologia, un punto di riferimento internazionale. È un caso di eccellenza italiana negli Usa. La sua prima missione inizia nel 1962 in Iraq con compiti di epigrafista e partecipa alla missione italiana a Ebla entrando nella commissione internazionale per la pubblicazione dei testi lì rinvenuti. Il suo nome si lega soprattutto alla scoperta e agli scavi nell'area dell'antica città di Urkesh in Siria dove con la moglie Marilyn ha portato alla luce un imponente palazzo reale e un tempio. Dai ritrovamenti epigrafici è risalito al popolo degli Hurriti di cui parla la Bibbia: nessuno li aveva finora documentati. I primi lavori in quest'area erano stati avviati negli anni Trenta del Novecento da sir Max Mallowan, marito della scrittrice Agatha Christie.
Buccellati sta ultimando la sistematizzazione dei risultati di tutte le sue ricerche in un'ampia opera dal titolo Il paese delle quattro rive. Corpus mesopotamico di cui sono usciti per Jaca Book il primo e il quarto volume. Servendosi degli strumenti dell'ermeneutica, della linguistica e delle tecnologie digitali ha incrociato numerosissimi dati arrivando a ricostruire un sistema filosofico, a definire una tipologia di aggregazione politica evolutasi in tre stadi (dalla solidarietà di luogo, all'elaborazione del concetto di tribù, all'espansione militare in nome di una identità e di un territorio) e a identificare una religiosità sempre più sofisticata ma, soprattutto, con tratti di una contemporaneità impressionante. La Mesopotamia costringe a riflettere sul politeismo come sistema di pensiero che razionalizza l'esistenza, guida l'agire e definisce le modalità per relazionarsi con l'assoluto. Il divino si reifica e si frammenta in tante categorie, un'operazione razionale che consegna all'individuo la convinzione di poter prevedere gli eventi naturali e non solo quelli. L'uomo mesopotamico anticipa gli atteggiamenti cultural-religiosi della modernità e post-modernità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giorgio Buccellati, Alle origini della politica, vol I, Jaca Book, Milano, pagg. 354, € 28,00
Giorgio Buccellati, Quando in alto i cieli... La spiritualità mesopotamica, vol. IV, Jaca Book, Milano, pagg. 324,
€ 28,00
Dal 24 al 30 agosto, al Meeting di Rimini sarà visitabile la mostra
Dal profondo del tempo curata da Giorgio, Marilyn e Federico Buccellati sugli scavi in corso a Mozan/Urkesh (Siria) e a Dmanisi (Georgia)

Commenta la notizia