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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2014 alle ore 19:29.
L'ultima modifica è del 27 agosto 2014 alle ore 20:57.

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Il regista messicano Alejandro G. Inarritu. (Ansa)Il regista messicano Alejandro G. Inarritu. (Ansa)

«Volevo fare un film sulla battaglia che ogni uomo intraprende con il suo ego». Alejandro González Iñárritu sgombra subito il campo dai possibili rimandi che il suo Birdman può suggerire ai lutti che hanno funestato recentemente il mondo dello spettacolo americano, Philip Seymour Hoffman e Robin Williams in testa. «Succede agli attori, ma anche ai banchieri, ai politici e alle persone comuni», puntualizza il regista messicano.

Birdman, che inaugura oggi il concorso della 71esima edizione dellla Mostra del Cinema di Venezia alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, racconta il dramma interiore di un attore in declino attraverso vertiginosi (e geniali) piani sequenza, girati in massima parte all'interno di un teatro. Il protagonista, Riggan Thomson, uno splendido Michael Keaton, dialoga in continuazione con lo spettro di un supereroe che ha interpretato in passato: «Io non ho mai amato i supereroi – ha raccontato Keaton, al centro dell'attenzione del Lido -. Ero piuttosto interessato alla Storia, ai libri sulla seconda guerra mondiale.

Non mi sono mai fatto impressionare nemmeno dai film horror perché non sono credibili. Al massimo, L'esorcista, perché riesce a raggiungere i gangli scoperti della mia educazione cattolica».
Il film narra anche l'ossessione bulimica per internet e i social media. «Io non li uso, ho cinquant'anni e non mi metto a sperimentarli. Il problema è che non c'è riflessione e la manipolazione è molto facile», ha precisato Iñárritu. «Ma non li demonizzo».

Sul red carpet c'erano, oltre ai protagonisti di Birdman, Michael Keaton, Ed Norton ed Emma Stone, Luisa Ranieri, madrina del Festival e la modella Bianca Balti. E' arrivato al Lido anche Al Pacino, (protagonista di due pellicole al Lido, Manglehorn di David Gordon Green e The Humbling di Barry Levinson), che domani sera parteciperà come ospite d'onore all'evento benefico Jaeger- LeCoultre per Emergency.
Oggi pomeriggio, alla conferenza stampa di presentazione della giuria, il direttore del festival Alberto Barbera ha lasciato due sedie simbolicamente vuote, vuote, per la regista e attrice iraniana Mahnaz Mohammadi e per il regista ucraino Oleg Sentsov, entrambi attualmente in prigione, rispettivamente in Iran e in Russia.

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