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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2014 alle ore 18:33.
L'ultima modifica è del 05 settembre 2014 alle ore 13:26.

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Per la gioia e il divertimento dei cinefili vecchi e nuovi (e magari rimasti un po' bambini), ecco a voi Burying the Ex, commedia horror di un glorioso maestro, Joe Dante, cresciuto alla scuola di Roger Corman e autore di Pirana, L'ululato, Gremlins, oltre che di un gioiello di intelligenza politica come La seconda guerra civile americana. Qui la storia è classicissima e, come sempre, metaforica: anzi, a pensarci bene, il tema è lo stesso di Hungry Hearts di Savero Costanzo, altro gotico familiare sull'incubo piuttosto misogino di come sbarazzarsi di una compagna ossessiva.

Qui la fidanzata di un giovane appassionato di horror e dintorni, fissata ecologista, proprio mentre lui sta per lasciarla muore investita. Ma, mentre il nostro eroe ha trovato l'anima gemella in una ragazza che è anche lei appassionata di cascami deliziosi del cinema del terrore, per incanto la ex torna sotto forma di zombie.

Abbondano nel film citazioni cult, tra locandine di Mario Bava e brani di Ed Wood. A un certo punto della storia qualcuno, parlando dei film prodotti negli anni '40 da Val Lewton (Il bacio della pantera, I Walked with a zombie) dice più o meno: "Faceva die perfetti film di genere e li trasformava in film d'autore". Dante, piuttosto, sembra rivendicare il gusto di rifare film di genere come qualcosa di rétro, ontrotempo, divertente e forse per pochi eletti, come i protagonisti del suo film.

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