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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2014 alle ore 13:37.
L'ultima modifica è del 15 settembre 2014 alle ore 11:36.

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Foto: Vito FuscoFoto: Vito Fusco

«La danza è un bisogno dell'anima!"». Con queste parole Ana Laguna ha concluso il breve e commosso ringraziamento per il premio alla carriera consegnatole a conclusione del Gala di danza sul palcoscenico della spiaggia di Positano. Qui, tra mare e cielo, in un paesaggio mozzafiato, la notte è magica. Le stelle che brillano sono però quelle della danza. Talenti emergenti, altri già affermati, altri consacrati da una lunga attività.

Sono giovani i ballerini e i coreografi dalla Russia, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti, Svezia e Giappone, qui convenuti sabato 6 settembre per "Positano Premia la Danza Leonide Massine", il prestigioso riconoscimento con la direzione artistica di Daniele Cipriani, che premia alcuni nomi della danza internazionale scelti da una giuria di critici. Nelle sue quarantadue edizioni ha visto insigniti personalità illustre come Margot Fonteyn, Nureyev, Bejart, Fracci, Terabust, Alonso, Bolle, Ivan Vassiliev. A questi, e molti altri, si sono aggiunti quest'anno Mats Ek e Ana Laguna.

Lui, geniale coreografo svedese del secondo Novecento, autore di memorabili riscritture di grandi classici; lei, ballerina spagnola di grande sensibilità, e musa di Ek. A loro il premio alla carriera: «una coppia eccezionale nella vita e nell'arte, che ha realizzato alcuni dei titoli emblematici del balletto contemporaneo mondiale di profondo contenuto umanistico ed estetico». A ritirarlo solo Laguna, che ha regalato, nella bella serata di spettacolo, un autentico cameo di bellezza e bravura, esibendosi nel ruolo della balia dal "Giulietta e Romeo", l'ultima creazione di Ek, accanto alla giapponese Mariko Kida, prima ballerina del Balletto Reale Svedese, «artista ricca di sensibilità e di straordinaria dinamica». Kida è stata segnalata per il "Benois-Massine Mosca-Positano", premio che sancisce la nascita di un gemellaggio con il "Prix Benois de la danse" di Mosca, dedicati entrambi ad artisti legati alla gloriosa storia dei Ballets Russes, come hanno sottolineato le due direttrici del Prix Benois, Nina Kudriavtseva-Loory e Regina Nikiforova, giunte appositamente dalla capitale russa per l'evento.

L'evento ha visto i premiati esibirsi sul palcoscenico in alcuni estratti di nuove creazioni e di classici. Come la variazione maschile dal "Lago dei cigni" nella coreografia di Nureyev, eseguita dal ventenne scaligero Carlo Di Lanno appena emigrato al San Francisco Ballet, nel quale la giuria ha ravvisato la figura del danseur noble di «eleganza virile, tecnica autorevole, sensibilità d'artista»; e il passo a due del cigno bianco eseguito dalla russa Oksana Skorik e dall'inglese Xander Parish, entrambi del Mariinsky di San Pietroburgo.

La taiwanese Peiju Chien Pott della Martha Graham Dance Company – «un esempio di devozione alla tradizione della modern dance… e che sa dare prova al tempo stesso delle sue doti interpretative in nuove opere» - si è esibita in due brani da "Cave of the heart", uno dei capolavori della Graham datato 1946, sulla storia di Medea. Interpreti del raffinato brano neoclassico di Balanchine "Diamonds" sono stati la coppia del Bolscioi Olga Smirnova e Semyon Chudin; mentre l'australiano Steve McRae del Royal Ballet, vincitore come danzatore dell'anno sulla scena internazionale, «…dal poderoso istinto artistico», ha dato prova della sua straordinaria tecnica eseguendo "Les lutins", divertente coreografia di Johan Kobborg, e una travolgente "Czardas" dello stesso McRae, un'originale rilettura in chiave tip-tap della celebre danza ungherese.

Il giovanissimo albanese Alvaro Dule, già all'Aterballetto e da due anni alla Random Dance Company di Wayne McGregor, danzatore di grande tecnica e fisico sinuoso, ha danzato "Partita", un brano creato appositamente da Matteo Levaggi cultore di un misurato postclassicismo; mentre Giuseppe Comuniello, danzatore non vedente della compagnia di Virgilio Sieni, ha eseguito "Picasso con sedia". «Esempio virtuoso di coreografo che emerge dalla tradizione accademica fino a sviluppare una sua forte personalità, riconoscibile nel vocabolario e nella sensibilità musicale»: con questa motivazione la giuria ha premiato, meritatamente, come coreografo dell'anno l'inglese Christopher Wheeldon del New York City Ballet, considerato tra i migliori al mondo. Di lui Anna Tsygankova e Jozef Varga hanno interpretato "Duet". Madrina della serata è stata Carla Fracci, con la presenza di Alberto Testa, nome storico del Premio che ha ideato e diretto per quarant'anni.

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