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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2014 alle ore 08:14.

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Influenze. In Italia 400 persone con un'età media superiore a 66 anni influenzano: l'80% dell'occupazione; il 95% della Borsa; la quasi totalità dei giornali e delle televisioni. Si tratta di imprenditori, manager, banchieri, professori, consulenti, avvocati, sindacalisti, regolatori del mercato.
1789. «... Questa Francia concentrata e rimpicciolita in sette-ottomila individui eleggibili, ma asmatici, gottosi, paralitici, arteriosclerotici...» (anno 1828, Jean-James Fazy, inventore del termine "gerontocrazia", se la prende con la generazione che ha fatto la rivoluzione del 1789 e adesso non vuole togliersi di mezzo).
Canadesi. Nel Dopoguerra tutti i governatori della Banca d'Italia – tranne Einaudi e Draghi – sono cresciuti in Banca d'Italia. Quando alla Banca d'Inghilterra, nel 2013, servì un nuovo governatore, fu scelto il canadese Mark Carney, 48 anni, ex Goldman Sachs e Banca del Canada.
Cognomi. Nella Buzzi quattro consiglieri esecutivi su cinque si chiamano Buzzi; in Saras i Moratti sono cinque su dieci consiglieri; nel cda Indesit i Merloni sono cinque su undici; in Ferragamo quattro su dodici hanno lo stesso cognome; in Banca Sella Holding i consiglieri con il cognome di famiglia sono otto su sedici.
Vecchi. La rivista americana «Family Business» pubblica la lista delle più vecchie aziende del mondo. Tra le prime quindici, otto sono italiane: Campane Marinelli, fondata nell'anno Mille (20 dipendenti, di cui 5, compreso l'ad, si chiamano Marinelli); la Barone Ricasoli, produttrice di vini a Siena, fondata nel 1141; la Barovier&Toso, vetraria di Murano, fondata nel 1295; la Torrini, gioielleria di Firenze, del 1369; l'Antinori, vinicola di Siena, del 1385; la Camuffo, costruttrice di barche a Portogruaro dal 1438; la Grazia di Deruta, maioliche dal 1500; la fabbrica d'armi Pietro Beretta, di Gardone, fondata nel 1526.
Templi. La più antica azienda del mondo è la giapponese Kongo Gumi, fondata nel 578 dopo Cristo, specializzata nella costruzione di templi buddisti.
65,84. Età media dell'élite economica italiana: 65,84 anni, superiore all'età media della popolazione adulta italiana (43,5). Nel 2013 l'età media dei ceo delle aziende Fortune, le più grandi del pianeta, era di 55 anni, quella degli amministratori delegati delle più importanti aziende della Borsa di Londra 52.
Peggioramento. Studio Unicredit, Bocconi e Aidaf (Associazione Italiana delle Aziende Familiari): analizzando le relazioni tra età del leader e risultati conseguiti dall'azienda «si assiste a un sensibile peggioramento della performance a partire dai 60 anni, e in particolare oltre i 70».
Indice. Da uno studio (2013) della fondazione tedesca Bertelsmann: «La crescita della popolazione anziana ha rafforzato l'influenza di un elettorato anziano che direttamente o indirettamente mira all'espansione nella domanda di risorse legate alla vecchiaia e possibilmente anche a una minore pressione per una spesa orientata alle generazioni giovani». La fondazione ha messo a punto un indice denominato Intergenerational Justice Index (Iji) capace di misurare il tasso di giustizia tra generazioni nelle politiche adottate dai 29 Paesi dell'Ocse. L'Italia era nella terzultima posizione, davanti soltanto agli Stati Uniti e al Giappone.
Valore. Il valore totale delle aziende quotate alla Borsa di Milano al 27 dicembre 2013 ammontava a 438 miliardi di euro. L'83% di questa somma era controllata da appena 38 imprese. 438 miliardi è un numero che sta in mezzo a 420-490, punto minimo e punto massimo delle oscillazioni delle sole Exxon Mobile e Apple.
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Fatti tratti da Gerontocrazia.
Il sistema economico che paralizza
l'Italia, di Sandro Catani, Garzanti,
Milano, pagg. 180, € 14,90

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