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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2014 alle ore 08:16.

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Napoli come un tarallo, precaria, sbriciolata, ad alta densità emotiva e creativa. L'impasto della città, composto tra le mani calde di Erri De Luca, si trasforma ogni volta in qualcosa di inatteso e questa volta prende la forma e la consistenza di un racconto musicale. La musica provata (Giangiacomo Feltrinelli editore) è un memoir sulla musica e la canzone napoletana, la poesia, il mediterraneo. Su Napoli capitale dello spreco e dei mondi possibili. E sull'amicizia. Una storia privata che ne racconta molte, pubbliche. È anche un documentario, scritto da Erri con Emanuele Sana e prodotto da OhPen!, e pure una live performance fatta di musica, immagini e parole, oggi a Pordenone (rassegna Pordenonelegge), domani a Roma (Palladium) e mercoledì a Bologna (Cinema Lumière). Compagni di viaggio, il sassofonista Stefano Di Battista, la cantante Nicky Nicolai, il critico Gino Castaldo. E vecchi amici come Gianmaria Testa e Mauro Corona.
Questo racconto, impastato con i suoni impalpabili e la materia sottile della città più stratificata al mondo nasce, ancora una volta, a tavola. A cena, per la precisione, dalle casuali visioni di Erri, condivise con Paola Porrini Bisson di OhPen! e i musicisti di frontiera di Battista e Nicolai. Passione compresa dal pastificio Garofalo, che sostiene il progetto. De Luca è un recidivo del pane e salame applicato alla produzione di cultura. Anche Chisciotte e gli invincibili, con il cuneese Testa e il maestro clarinettista Gabriele Mirabassi, nasce tra l'antipasto e il caffè. E quando, nella sua "musica provata", parla di Chisciotte, Erri disvela una volta per tutte la sua autentica cifra umana e narrativa, «da ragazzo mi riguardavano le sue cadute. Molti anni più tardi mi ha rallegrato la sua indomabile volontà di risorgere dai rovesci. Nella nuova lettura mi aiutò l'aggettivo "invincibile" applicato a Chisciotte dal poeta turco Nazim Hikmet. Mi rivelò che invincibile è chi si solleva da terra per battersi di nuovo e a oltranza». Ai poeti amici Hikmet e Izet Sarajlic´ De Luca dedica un frammento nell'opera, con la certezza che sarà la musica a salvare la poesia, a farla viaggiare nel mondo. Nel racconto e nel film si comprendono, anche grazie ai lunghi colloqui con Castaldo, molte cose sul valore della musica nel mondo, sulla canzone popolare napoletana e sul voyage d'apprentissage dell'autore, che scopriamo essersi nutrito da sempre di suoni, da Ciccio Formaggio a Dob Dylan. Dicendo da narratore quello che a Napoli sanno, senza dirlo: la musica napoletana è la musica italiana prima della canzone italiana. Ecco il primato di Napoli, che vive nell'urgenza e dunque esprime creatività e utopie. De Luca è un maestro della connessione, materia di cui è fatta la vita anzi, secondo la celebre definizione di Poincaré, la molecola costitutiva della creatività. La musica provata nasce da un testo commissionato a Erri per una canzone, Essere di Medit. Che immediatamente diventa, sulla carta del formaggio, un progetto integrato che è anche una guida con mappa allegata alla città di Napoli, alle sue storie e alle sue geografie. La capitale dello spreco, a cominciare dal talento e dal patrimonio. «Napoli è sprecona dei suoi primati ma la sua disinvoltura è anche generosità. Un gesto di intima superiorità».
r.piaggio1@me.com
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