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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2014 alle ore 08:14.

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E già che sono a lamentare qualche problema di impostazione di questo ambizioso progetto, non posso che ricordare che in Italia, più che altrove, proprio per nostra tradizione (o vizio), si è fatta storia della filosofia analitica. E la si è fatta anche bene, e senza rinunciare a un intento teoretico. Contributi seminali come quelli di Paolo Parrini sull'empirismo logico e sulla filosofia scientifica del Novecento, o un libro come Dimenticare Wittgenstein di Paolo Tripodi (il Mulino), se conosciuti dagli estensori di questo Handbook, sarebbero serviti eccome, per esempio, a far chiaro sul peso dell'eredità kantiana e fenomenologica nella filosofia analitica o sulle diverse "fortune" postume di Wittgenstein nel mondo filosofico anglofono e nel Continente. E dal punto di vista strettamente del metodo storiografico, mi permetto di dire che c'è più storia "corretta" della filosofia analitica in un lavoro come quello di Mario Ricciardi, Diritto e natura. H.L.Hart e la filosofia di Oxford (Ets), attento all'ambiente, interessato agli assetti istituzionali e accademici e alle tradizioni di insegnamento, percettivo del modo in cui la "sfida" di altre filosofie indirizza soluzioni teoriche e programmi di ricerca, che in queste mille pagine. Con ciò, niente si toglie al valore teorico e all'interesse generale di questa raccolta di studi. Ma la storia della filosofia analitica, quella un po' più professionale, è ancora in gran parte da scrivere.
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Michael Beaney (ed.), The Oxford Handbook of the History of Analytic Philosophy, Oxford, Oxford University Press, pagg. 1.162, £ 110,00

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