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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 09:57.
L'ultima modifica è del 03 ottobre 2014 alle ore 18:40.

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Napoleone in veste - si fa per dire - di Marte pacificatore torna al centro del cortile d’onore del Palazzo di Brera. L’imperatore ha riconquistato la posizione dopo un restauro durato un anno esatto: il nudo vittorioso di Antonio Canova è stato infatti sottoposto ad importante intervento che oltre al bronzo ha interessato il basamento della statua. L’operazione è stato realizzata grazie al contributo di Bank of America Merrill Lynch che con l'Art Conservation Project fornisce sostegno a istituzioni no profit per la conservazione di opere particolarmente significative per il patrimonio culturale e la storia dell'arte.

Commissionata nel 1807 da Eugenio di Beauharnais, vicerè del Regno d'Italia, l’opera reca sul piedistallo l'iscrizione: “FR. RIGHETTI. ET. ALOYS. FIL. FEC. ROM. 1811” .
A causa di un primo tentativo di fusione andato fallito, la statua in bronzo è il risultato di una seconda fusione che i fonditori romani Francesco e Luigi Righetti, padre e figlio, eseguirono a partire dal modello che era già stato utilizzato per la versione marmorea della statua inviata dallo stesso Canova a Parigi nel 1811. Quest'ultima, rifiutata dall’imperatore e dalla corte, e venne acquistata dal Duca di Wellington. Ora è esposta a Londra alla Aspley House.

Non essendo ancora pronta la statua in bronzo, per la fusione venne utilizzato la alega proveniente dai cannoni in disuso di Castel Sant'Angelo a Roma, nel 1809, in occasione dell'inaugurazione della Pinacoteca di Brera, Beauharnais acquisì a Padova il calco in gesso. Con la disfatta politica e militare di Napoleone, la statua in bronzo, che a Milano non aveva mai trovato collocazione in luogo pubblico, fu abbandonata nei depositi del palazzo di Brera. Riemerse nuovamente alla luce all'epoca dell'arrivo in Lombardia di Napoleone III, a conclusione della seconda guerra di indipendenza italiana. Nel 1859 la statua fu eretta su un basamento temporaneo nel cortile principale di Brera. Poi, nel 1864, fu inaugurato l'attuale basamento in granito e in marmo di Carrara progettato da Luigi Bisi, docente di prospettiva all'Accademia di Belle Arti di Brera, ornato con aquile e fregi di bronzo.

La statua in bronzo fu realizzata con un'unica fusione (ad eccezione dell'asta e della vittoria alata) tenendo conto delle prescrizioni dettate dallo stesso Canova: l'asta tenuta nella mano sinistra è composta da due elementi avvitati; la vittoria alata, che purtroppo fu rubata, è stata all'inizio degli anni ‘80 ricostruita basandosi su documentazione fotografica.

L'intervento di restauro, progettato e diretto dal dottor Daniele Pescarmona, era divenuto indipensabile perché la superficie della statua era stata danneggiata da alterazioni chimico-fisiche e dall'inquinamento atmosferico, oltre ai danni statici visibili nei distacchi e nelle cadute di frammenti del collarino in marmo. Le operazioni di restauro sono iniziate il 30 settembre 2013 e sono durate un anno, secondo il calendario previsto. Gli interventi sono stati eseguiti interamente sul posto all'interno di strutture trasparenti che hanno consentito ai visitatori di osservare i progressi dei lavori durante tutto il periodo.

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