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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2014 alle ore 08:12.

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Emma MortonEmma Morton

Occhio alle ragazze, perché ce ne sono di veramente dotate. La terza puntata delle audizioni di X Factor 8, in onda ieri sera su Sky Uno, ha offerto un saporitissimo assaggio di quello che sono e quello che potrebbero regalare al pubblico nel corso del prosieguo della gara.

Emma Morton, prima di tutte le altre: scozzese di nascita e italiana d'adozione (vive nel nostro Paese da ormai cinque anni), ama il Trio Lescano e Alberto Rabagliati, ha una bimba di otto mesi e la porta con sé al casting per la gioia della regia. Esegue «Counting Stars» di OneRepublic con un timbro assai particolare e conquista la standing ovation del pubblico di Bologna e il plauso unanime di Mika, Morgan, Fedez e Victoria Cabello. Non esattamente una ragazzina di primo pelo (facile intercettare il suo curriculum on line che annovera, tra le altre cose, la frequentazione del Liverpool Institute of Performing Arts di Paul McCartney).

Qualcosa ci dice che durerà un bel po'. Altra forza della natura è Alessia Guarino, studentessa 16enne che si propone ai giudici con la cove di «Secretly» degli Skunk Anansie. Il repertorio di Skin è una bestia inaddomesticabile, eppure la ragazza fa un figurone sfoggiando un'estensione prodigiosa e un controllo che non ti immagini in una concorrente così giovane. Caso singolare quello di Nicolò Fumagalli che prima di esibirsi confida ai giudici di non aver mai cantato in pubblico. È in tutta evidenza un bluff, a considerare come il ragazzo padroneggia «Mad World» dei Tears for Fears in una performance intima ed emozionante. Quattro sì per Andrea La Motta che si cimenta con «Non me lo so spiegare» di Tiziano Ferro e lascia intravedere ampi margini di miglioramento.

In chiusura di puntata le room auditions, scrematura pre-bootcamp dei cantanti che alle audizioni avevano convinto meno, riascoltati in versione a cappella dai giudici. A sorpresa finiscono nel tritacarne anche due protagonisti assoluti di questa prima fase di competizione: Federico Pagani in arte An Harbor e gli Spritz for Five. Sul primo – che alle audizioni conquistò tutti con il brano originale «By the smokestack» - c'era il dubbio che non fosse adatto a eseguire cover. A cappella ha cantato «You Send Me» di Sam Cooke, scelta parecchio raffinata che gli vale il passaggio del turno, per quanto sia chiaro che non deve essere inteso come interprete nel senso tradizionale del termine.

Gli Spritz invece si ritrovano alle room auditions perché all'indomani dalle audizioni hanno cambiato un membro della band. Scelta che non ha per nulla intaccato la qualità delle loro esibizioni. Per amore di spettacolo si citano l'esibizione eroticomica della soprano cinese Bing Bing, accompagnata dal siparietto testosteronico di Morgan e Fedez, e l'«audizione» di Mika che, come fosse un aspirante concorrente, propone a cappella la sua «Happy Ending». Ma adesso passiamo avanti. Passiamo ai bootcamp.

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