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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2014 alle ore 08:15.

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C'è, in casi come quello cui abbiamo accennato, un insegnamento. Se, come sembra, il termine "riforma" appare logorato dall'uso, sarebbe il caso di esprimersi in maniera diversa, più sobria, per evitare il contraccolpo delle aspettative deluse, che tanto contribuisce allo scetticismo evidenziato da Ryan. Ciò non vuol dire che la politica sia condannata esclusivamente a interventi di corto respiro dettati da esigenze di bilancio. Negli ultimi anni, sulla scia degli studi pionieristici di studiosi di economia cognitiva come Amos Tversky, Daniel Kahneman e Richard Thaler, si è sviluppato un settore di indagini relative al comportamento umano di grande interesse, che suggerisce un nuovo approccio alla regolazione. L'idea è che una migliore conoscenza del funzionamento concreto della mente umana renda più facile intervenire sull'ambiente istituzionale in cui vengono prese le scelte individuali per spingerle "dolcemente" (l'espressione usata da Thaler e dal giurista Cass. S. Sunstein è infatti nudge, ovvero "spinta gentile") verso esiti migliori sia dal punto di vista del benessere delle persone sia da quello del benessere collettivo.
A diversi liberali questa soluzione, che Thaler e Sunstein chiamano «paternalismo libertario», non piace. Proprio in questi giorni, un attacco alle tesi "paternaliste" è venuto dalle pagine della «New York Review of Books» a opera del filosofo Jeremy Waldron.
Altri, per esempio Alberto Alemanno e Matteo Motterlini su queste pagine (9 marzo 2014), le hanno difese sostenendo che esse potrebbero dare un contributo a scelte più responsabili da parte dei consumatori e a un rapporto più amichevole e trasparente tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. La discussione accademica è aperta, e probabilmente destinata a durare a lungo, ma ciò non dovrebbe impedire al governo italiano di prendere in considerazione le esperienze di «riformismo cognitivo» che si stanno accumulando in tal senso in Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti. Ma anche in Germania, Francia; Danimarca; Norvegia; Australia e Canada. In alcuni casi, le «spinte gentili» potrebbero rivelarsi più efficaci degli interventi di razionalizzazione della spesa.
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Alan Ryan, On Politics, Allen Lane, London, pagg. 1.114, € 47,69
Cass R. Sunstein, Simpler: The Future
of Government, Simon & Schuster,
New York, pagg. 272, € 12,49
Cass R. Sunstein, Why Nudge?, Yale University Press, New Haven & London, pagg. 196, € 17,08

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