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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 10:20.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2014 alle ore 10:36.

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Un weekend da Palma d'oro: nelle nostre sale arriva il film che ha trionfato all'ultimo Festival di Cannes, «Il regno d'inverno» di Nuri Bilge Ceylan.
A fargli compagnia il notevole «Joe» di David Gordon Green e il deludente «The Equalizer – Il vendicatore» di Antoine Fuqua.

Ne «Il regno d'inverno» il protagonista è un ex attore in pensione, proprietario di un piccolo hotel nel centro dell'Anatolia, dove vive insieme alla giovane moglie e alla sorella che ha da poco divorziato dal marito. Quando arriva l'inverno, sotto una fitta coltre di neve, l'albergo si trasforma in un rifugio e in un teatro di conflitti tra i vari membri della famiglia.
Raffinato esempio di cinema da camera, «Il regno d'inverno» è un film elegante e ricco di spunti interessanti: lo si potrebbe definire un dramma dell'anima, dai toni tragici e shakespeariani, che conferma il grande talento del regista turco.

Come nel precedente «C'era una volta in Anatolia» (2011), Ceylan costruisce un film molto parlato e quasi verboso, in cui i battibecchi tra i protagonisti si trasformano molto presto in una riflessione sociale sulle condizioni attuali della Turchia.

La crisi economica, i dubbi morali, le differenze di ceto ed età tra marito e moglie sono alcuni dei tanti argomenti che l'autore sviluppa con buono spessore e perfetto equilibrio.
La lunga durata (oltre tre ore) non è pienamente giustificata e alcune sequenze appaiono di troppo, ma i momenti affascinanti sono diversi e la messinscena, curata e sfaccettata, è di ottimo livello. Grande prova complessiva del cast.

Un titolo altrettanto significativo è «Joe» di David Gordon Green con Nicolas Cage.
L'attore interpreta un ex galeotto, la cui esistenza cambia dopo l'incontro con Gary, un quindicenne provato da una vita difficile a causa di un padre alcolizzato. Tra i due nasce un rapporto profondo che genera una serie di drammatiche conseguenze.

Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2013, «Joe» è una pellicola solida e convincente grazie, soprattutto, all'ottimo lavoro visivo del regista David Gordon Green.
Se, infatti, la trama è piuttosto convenzionale, il valore aggiunto del film sta in un'estetica potente e maestosa, capace di regalare più di un'emozione.

Stupisce anche l'ottima prova di Nicolas Cage, intenso come non lo si vedeva da tantissimi anni.
Decisamente debole è invece «The Equalizer – Il vendicatore» di Antoine Fuqua.
Denzel Washington interpreta un detective in pensione, deciso a godersi un'esistenza tranquilla. I soprusi subiti da una giovane prostituta di sua conoscenza lo faranno tornare in azione.

Una storia scontata per un thriller di una banalità sconcertante: «The Equalizer – Il vendicatore» non regala mai guizzi cinematografici e si trascina stancamente per tutta la durata.

Come se non bastasse, il film ha un minutaggio decisamente troppo elevato (2 ore e un quarto circa) e finisce per risultare prolisso, noioso e ridondante.
Pessima prova di Denzel Washington che sembra ormai ridotto a fare la macchietta dei suoi vecchi ruoli di maggior successo.

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