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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2014 alle ore 17:25.
L'ultima modifica è del 11 ottobre 2014 alle ore 17:30.

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Antonia è una donna sola, annientata dai continui tradimenti del marito. Vive in uno stato di disorientamento e abbandono che la spingono a maldestri tentativi di suicidio, anche perché lui, l'ingegner Mambretti, corre dietro alle sue amanti-ragazzine cavalcando l'alibi della “coppia aperta”. Peccato che questa funzioni “solo da una parte” gli rinfaccia la moglie che lamenta dolori alla cervicale “a furia di reggerne le corna”.

Chi meglio di Alessandra Faiella poteva indossare i panni della moglie in “Coppia aperta, quasi spalancata” testo sacro della contestazione antiborghese scritto da Dario Fo e Franca Rame? Non solo l'attrice ha iniziato la sua carriera con il premio Nobel e la sua compagna, ma la comicità fisica della Faiella si rivela perfettamente calzante al profilo di Antonia e di molte altre donne, compagne di maschi esuberanti e bugiardi, che celano le loro infedeltà dietro la formula, peraltro ormai superata, della coppia cosiddetta “aperta”. La regia di Renato Sarti ha reso attuale il tema, confezionando una commedia brillante, a tratti grottesca, con ritmi serrati e di sicura efficacia, grazie ai due interpreti professionisti, distanti per formazione e proprio per questo complementari. Lo spettacolo, che ha avviato con successo la stagione del periferico Teatro della Cooperativa, fa leva soprattutto sulla figura femminile sfruttando a pieno la vena comica della Faiella “mio marito dice che non fa più l'amore con me perché c'è la crisi”, poi però lui trova la curva di crescita correndo dietro ad altre donne.

L'attrice, a suo completo agio nel ruolo, insiste nei toni drammatici ma anche esilaranti della moglie disperata e ‘cornuta', lasciando emergere con impietosa nitidezza i contorni meschini e infantili del coniuge, interpretato da un bravo Valerio Bongiorno. Quest'ultimo svela le sue debolezze e i suoi istinti violenti quando Antonia lo mette di fronte alla novità: finalmente ha deciso di uscire da quella gabbia di ipocrisia, rompere il guscio della resistenza passiva e lanciarsi nel mondo per sperimentare a sua volta la ‘coppia ormai spalancata”. Lo fa anche a suon di musica, improvvisando un ‘rap' che strappa l'applauso del pubblico. Il testo, spiega Sarti, denuncia l'arretratezza emotiva, culturale e affettiva di certi uomini “sempre arrazzati” e soprattutto pronti a menar le mani, quando non a far di peggio, e valorizza la sensibilità e l'ironia di donne come Antonia, eroina di tutte le mogli tradite e trascurate, capace di dire: “Tutte 'ste storie di letto, letto, sempre letto! Con tutti i mobili che ci sono per casa…”.

«Coppia aperta, quasi spalancata» di Dario Fo e Franca Rame, Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno, regia di Renato Sarti, musiche di Carlo Boccadoro, fino al 26 ottobre al Teatro della Cooperativa di Milano, (via Hermada 8 tel. 02.64749997)

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