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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 alle ore 18:12.

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Buon compleanno all' Odin Teatret e alla pura linfa teatrale che scorre impetuosa da mezzo secolo nelle vene dei suoi protagonisti. Tocca a buon diritto all'Elfo Puccini celebrare l'anniversario di una delle compagnie più significative e prodigiose dell'arte scenica mondiale, una realtà che simboleggia la svolta epocale rivoluzionaria che ha indicato la rotta maestra ai teatranti contemporanei. Teatro necessario quello del fondatore Eugenio Barba e dei suoi sodali compagni d'avventura, fatto di rigoroso metodo, passione, genio, sudore, amore. Potente, unico, ineguagliabile.

L'Elfo li ospita fino al 25 ottobre, con una serie di iniziative tra seminari, incontri, conferenze, filmati, dimostrazioni sceniche, master class, una full immersion per percorrere i cinquanta anni dello storico gruppo. Evento straordinario della kermesse targata Odin la messinscena del loro ultimo spettacolo, risultato di quattro anni di gestazione: “La vita cronica” titolo preso in prestito dal poeta brasiliano Paulo Leminski. Il buio iniziale della scena ci consegna subito all'azione sobbalzante e sussultoria, entrano in campo i superstiti di un conflitto mondiale proiettato nel prossimo futuro. Siamo nel 2031. Naufraghi in cerca di appartenenza e libertà, si avvicendano su una zattera palcoscenico, dove campeggiano ganci da carnezzeria, pronti a ospitare corpi feticci, segni, simboli, ricordi. In questa ipotetica terra di nessuno si sovrappongono le storie personali di esseri umani piagati da guerre, perdite, disfatte.

Tutti sono consapevoli che la vita è una malattia inguaribile e incontrollabile, che nel suo corso mille sono le porte da cercare e scardinare, che far valere la dignità del proprio passato e più rilevante che interrogarsi sul perché degli eventi. Nel sabba poliglotta, tra musica, tumulti di azioni e vibrazioni, si avvicendano in una sarabanda frenetica una demoniaca Madonna nera, la struggente vedova di un combattente basco, una dolente rifugiata cecena, un'ossessiva casalinga rumena, un logorroico avvocato danese, un nostalgico musicista rock delle Isole Faroe, una dolce violinista di strada italiana, due implacabili mercenari e un innocente ragazzo colombiano che approda in quel luogo astruso alla disperata ricerca del padre. Di vita e di morte si parla in quel palcoscenico cannibalesco che sembra racchiudere la parabola folle del nostro imbrattato tempo. Nessuna trama lineare, solo flusso di emozioni, immagini, grumi di sensazioni. Le solitudini individuali si incontrano, sbatacchiano, si canta, balla, si piange, si cade, si cammina a tentoni, si perisce e si rinasce, volano come coriandoli testimoniali carte da gioco e monetine. Si entra e esce da un agognato Paese delle Meraviglie dove si mangia senza fame e beve senza sete. Impossibile sintetizzare l'orgia di rimandi e turbamenti che scorrono adrenalinici lungo questa bellissima performance, bisogna vederla. Per gli attori un unico aggettivo corale: superlativi. E' la speranza, negli occhi finalmente senza bende dei due giovani del gruppo, a chiudere questa implacabile allegoria del nostro male incurabile di vivere, a farci sognare che a furia di cercare è possibile trovare la chiave per aprire la porta giusta, che il teatro è vitale e ancora in ottima salute, che in memoria di uno degli attori storici dell'Odin Torgeir Wethal (scomparso durante le prove) si vada in scena parlando di morte tramutandola in speranza. E' vero la vita è cronica, ma Barba e compagni conoscono bene l'antidoto.

“La vita cronica” dedicato a Anna Politkovskaya e Natalia Estemirova. Testi: Ursula Andkjaer Olsen e Odin Teatret. Regia e drammaturgia: Eugenio Barba. Disegno luci e Spazio scenico: Odin Teatret. Interpreti: Kai Bredholt, Roberta Carreri, Jan Ferslev,Elena Floris,Donald Kitt, Tage Larsen,Sofia Monsalve, Iben Nagel Rasmussen, Fausto Pro, Julia Varley. Produzione:Nordisk Teaterlaboratorium (Holstebro), Teatro de La Abadia( Madrid), The Grotowski Institute( Wroclav) Durata 70 minuti senza intervallo. In scena fino al 25 ottobre- Sala Fassbinder- Elfo Puccini- Milano

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