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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2014 alle ore 08:13.

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Ad esempio l'edizione illustrata che agì ben al di là del libro, offrendo modelli per affreschi e maioliche, la Giolito del 1542, seleziona le componenti del poema così da darne un'immagine in chiave epica, mettendo la sordina alla componente romanzesca: magie, incanti, amori, donne vengono rimossi o relegati in secondo piano, mentre largo spazio viene dato a battaglie e duelli; le eleganti immagini, insieme con le allegorie, costruiscono intorno al testo una specie di bastione, nel senso che cercano di guidare l'occhio e la mente del lettore in una ricezione del poema che ne depotenzia la carica moralmente e poeticamente eversiva, cercano in altri termini di disciplinarne la ricezione.
Ma l'operazione era particolarmente difficile, nei confronti di un testo che ancor oggi ci affascina proprio per la sua capacità di creare, su di sé e sulla materia narrata, una molteplicità di prospettive, proprio perché resta a suo modo sfuggente e impenetrabile, al di là della sua apparente facilità, della sua ingannevole "armonia".
Nel Seicento il successo della Gerusalemme liberata mette in secondo piano l'Ariosto, per cui le edizioni illustrate del Furioso non sono né numerose né di particolare interesse.
Con il Settecento la situazione cambia: Paola Pallottino, grande esperta di illustrazione libraria, ne ricostruisce la storia fra Sei e Settecento, fino alla classica versione illustrata, nell'Ottocento, da Doré. Giorgio Bacci continua il percorso nel Novecento, muovendosi fra l'edizione a dispense dell'editore Nerbini, le meritorie versioni per ragazzi della «Scala d'oro» della UTET, fino al commento iconico, attento e geniale, con cui Grazia Nidasio accompagna l'Orlando Furioso riscritto da Calvino, e fino ai casi in cui artisti come Fabrizio Clerici e Mimmo Paladino cercano, nel rapporto con il poema, un personale spazio di interpretazione.
Ma il Furioso vive, come si diceva, anche al di là del libro. Chiara Callegari insegue la fortuna di alcuni episodi del poema nelle incisioni, nei fogli volanti, che arriveranno ad avere anche una diffusione popolare, fino alle scatole di fiammiferi che riprendono alcune illustrazioni di Doré.
Il mondo del Furioso penetra nell'immaginario e nella vita quotidiana anche attraverso le maioliche, come ci mostra il saggio di Monica Zampetti: eroi ed eroine del poema compaiono su piatti, coppe, vassoi, vasi farmaceutici.
La fortuna del poema nella pittura fra Cinque e Settecento viene ricostruita da Federica Caneparo, Massimiliano Rossi, Rodolfo Maffeis, mentre Stefano Tomassini ricompone le tracce, a volte fragili, delle riprese teatrali, dei melodrammi, degli intermezzi e dei tornei ispirati al Furioso.
In un affascinante percorso tra pittura, scultura e suggestioni letterarie, tra Italia ed Europa, Fernando Mazzocca prende le mosse dalle immagini settecentesche di Cades per attraversare l'Ottocento. Flavio Fergonzi si misura con il Novecento, con il difficile rapporto che gli artisti hanno con l'iconografia del Furioso. Francesca Bortoletti ripercorre la fortuna del Furioso nel teatro lirico tra Otto e Novecento, si ferma sul teatro dei pupi, analizza le più recenti performances, fra cui la messa in scena nel carcere di Volterra. Alla versione teatrale più famosa del Novecento, quella di Luca Ronconi, è dedicato il saggio di Claudio Longhi, che mette a fuoco con lucidità il contesto culturale e artistico, la ricerca sperimentale in cui il progetto matura.
Fra passato e presente parole e immagini si rincorrono e si rispecchiano, come succede per i giochi ispirati al poema: se nelle corti del Seicento si giocava con il Labirinto dell'Ariosto, nella sua casa milanese Guido Crepax costruisce un gioco da tavola basato sul poema, dove Angelica è la versione antica della conturbante Valentina.
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libro e mostra
L'immagine qui sopra (Guido Crepax, «Valentina pirata») è tratta dalla mostra di Reggio Emilia «L'Orlando Furioso: incantamenti, passioni e follie». Oltre 50 artisti contemporanei celebrano il genio di Ariosto in una mostra a cura di Sandro Parmiggiani fino al 4 gennaio 2015 a Palazzo Magnani. Il libro di cui parla Lina Bolzoni è «L'Orlando Furioso nello specchio delle immagini». Lina Bolzoni, nostra collaboratrice ne è il curatore scientifico. Il volume è presentata dall'ex ministro Massimo Bray. Il libro è stato stampato in 1999 copie numerate, su carta Scheufelen titolo e incisioni in oro a caldo sul piatto e sul dorso rilegatura e cofanetto in pelle incastonata sul piatto del volume una medaglia realizzata dalla Scuola dell'Arte della Medaglia dell'IPZS.

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