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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2014 alle ore 08:14.
Più dell'autogiustificazione di Schroeder, spiccano nel libro – il cui titolo non lascia dubbi sulla parte cui va il sostegno dell'autrice – le storie dei detentori dei lavori a basso salario, i working poor, il popolo dei minijobs, che supera ormai i sette milioni. Sono spesso lavori che non sottraggono al rischio povertà o che costringono a occupazioni multiple. Sotto i 450 euro al mese garantiscono un'esenzione totale dalle imposte che si è però trasformata in una trappola: i datori di lavoro non hanno interesse a passare questi lavoratori a un contratto regolare, i lavoratori non vogliono perdere l'esenzione fiscale e i sussidi aggiuntivi che ricevono dallo Stato.
Nel frattempo, la distribuzione del reddito in Germania è diventata più diseguale che nel resto d'Europa, come riconosce lo stesso Governo nel suo annuale studio su «Povertà e ricchezza».
La medicina per guarire dalla malattia è quindi una pillola amara. Il modello non è facile da replicare, checché ne dicano le due controparti nella discussione, i tedeschi che lo sbandierano, i partner europei che lo guardano con sospetto. La risposta all'interrogativo se sia preferibile un mini-job o un'occupazione a basso salario o invece la disoccupazione tout court è però forse più scontata per chi si trova davanti a quella scelta che per i politici.
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Patricia Szarvas, Ricca Germania, poveri tedeschi. Il lato oscuro
del benessere. Università Bocconi Editore, pagg. 152, € 15,00
il 24 ottobre a foligno
Il 24 ottobre a Foligno, all'Auditorium San Domenico, dalle 9,30 alle 13, si svolgerà la XXIII conferenza Etica ed Economia, promossa da Nemetria e dedicata a «L'etica collettiva di un Paese manifatturiero. Intervengono, nell'ordine, Angelo Maria Petroni, Salvatore Rossi, Yoram Gutgeld, Alessandro Gilotti, Alberto Bombassei, Antonio Patuelli, Giuseppe De Rita. Modera Giulio Gallazzi