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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2014 alle ore 08:14.

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Il clima mutò a partire dalla metà degli anni Sessanta. La fortuna editoriale del Diario di Anne Frank e di Se questo è un uomo, l'eco mediatico che ebbe la cattura e il processo ad Adolf Eichmann, il successo di una canzone come Auschwitz (Canzone del bambino nel vento) scritta da Francesco Guccini nel 1964, furono i segnali più evidenti che qualcosa stava cambiando. L'interesse per queste tematiche cresceva e contribuì a far conoscere l'attività dell'associazione in gran parte del Paese.
E poi si arriva al presente. Ma anche questo presente, in certi casi, parte da lontano, come l'istituzione del Giorno della Memoria che forse molti non sanno fu una proposta sostenuta dall'Aned già dagli anni Sessanta.
Questo libro non è solo la storia di un'associazione. È anche uno spicchio di storia dell'Italia repubblicana. Ci racconta quanti sforzi sono necessari per provare a costruire la memoria pubblica in un Paese smemorato come il nostro. Quali percorsi seguire, quali strategie adottare, quali ostacoli superare. E oggi, con l'avanzare di nuovi fondamentalismi e dopo che i grandi affreschi di popolo sono stati tutti frantumati, è uno spicchio che non va dimenticato.
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Bruno Maida, Il mestiere della memoria. Storia dell'Associazione nazionale ex deportati politici, 1945-2010, Ombre Corte, Verona,
pagg. 256, € 23,00

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